Anno 130 - Dicembre 2018Scopri di più
Vieni Signore. Non tardare
Don Chino Biscontin
La nascita del Figlio di Dio, come uomo tra gli uomini, rivela come Dio intenda rispondere alle nostre invocazioni: animando uomini e donne con il suo Spirito, perché diventino suoi collaboratori
La celebrazione più importante dell’Anno Liturgico non è il Natale, come farebbe pensare il contorno di folclore che l’accompagna. Sono invece le celebrazioni della Pasqua di passione, morte e risurrezione del Signore. E come queste sono preparate dai quaranta giorni della Quaresima, così le festività della Nascita del Signore sono precedute dalle quattro settimane dell’Avvento.
La parola “Avvento” italianizza il termine latino “adventus” che significa “venuta”. Viene spontaneo pensare a quella venuta che è la nascita di Gesù, il Figlio di Dio, a Betlemme. Ma la liturgia di questo periodo, che è sì l’inizio di un nuovo Anno Liturgico, ma è anche conclusione del precedente, aggiunge uno sguardo verso una seconda venuta del Signore, quella che concluderà la nostra storia, quando i tempi raggiungeranno la loro fine. In effetti, fino al 16 dicembre i testi che si usano per le celebrazioni liturgiche esprimono l’attesa dell’ultima venuta di Cristo, alla fine dei tempi, dal 17 si guarda verso la prima venuta di Gesù, nella sua nascita a Betlemme.
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