Anno 134 - Settembre 2022Scopri di più
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Elide Siviero
Sono passati 21 anni dall’attentato alle Torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001. Fra lo stupore, lo spavento, l’incredulità e la trepidante attesa vedevamo alla televisione delle scene raccapriccianti. Io mi ricordo quella delle persone che si gettavano dalle finestre e quella dei fogli che volavano in cielo: documenti, pagine di libri, fogli di giornali che, mossi dallo spostamento d’aria creato dall’impatto degli aerei sui grattacieli, volteggiavano leggiadri creando un effetto ancora più straniante di quelle immagini. Ho letto in un giornale che dal cielo scesero sui marciapiedi anche delle pagine di un dizionario. Alcuni giorni dopo il crollo dei grattacieli un signore raccolse una di quelle pagine fra le pietre delle macerie e leggendo quel foglio trovò che c’erano scritte le parole, “perversione” “perverso”, termini che sembravano descrivere quello che era successo e chiudere in un solo vocabolo quell’atto criminale che aveva provocato migliaia di morti. Ma voltando il foglio, nell’altra facciata vide le parole “perseveranza” “perseverare”, quasi a indicare la via per riemergere e risollevarsi. Quei lemmi divennero per lui un invito, un incitamento: decise che in quei giorni terribili e concitati egli avrebbe fatto prevalere la perseveranza sulla perversione, avrebbe deciso di vivere la parte del…
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