Venerdì 21 aprile 2023, alle ore 20, all’esterno delle Cucine economiche popolari è stata affissa la targa dedicata ai 140 anni delle CEP, è seguita la cena conviviale con tutti i volontari che hanno dato il loro contributo per la realizzazione dell’anniversario.
La posa della targa, che era stata presentata in occasione dell’ultimo appuntamento celebrativo, conclude un percorso fatto di otto appuntamenti, da settembre 2022 (precisamente il 17 settembre, anniversario dell’alluvione del 1882, che portò all’avvio delle Cucine da parte di Stefania Omboni) al 21 marzo 2023 (rispettivamente decimo e ottavo anniversario della morte di mons. Giovanni Nervo e mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini, a cui è titolata la Fondazione che gestisce le CEP).
I 140 anni sono partiti con la presentazione del libro sulla storia delle Cucine economiche popolari – Scuola della Carità (17 settembre 2022), hanno poi affrontato il tema del diritto alla salute delle persone senza dimora (18 ottobre 2022 – festa di san Luca evangelista, patrono anche dei medici); si sono soffermati quindi sul ruolo di essere laboratorio di umanità delle CEP (17 novembre 2022); hanno poi affrontato il tema della sofferenza urbana e cura sociale nell’ottica di generare contesti inclusivi (17 dicembre 2022).
A gennaio 2023 il percorso è ripreso con la presentazione del Bilancio sociale della Fondazione Nervo Pasini e delle Cucine economiche popolari e della proposta del Volontariato d’impresa come opportunità di crescita per le aziende e il terzo settore (14 gennaio 2023). Si è quindi affrontato il tema delle spreco alimentare (4 febbraio 2023) e celebrato il “compleanno” di Stefania Omboni con una giornata di festa (12 marzo 2023) e si è concluso il percorso con la celebrazione eucaristica in memoria di mons. Nervo e mons. Pasini (21 marzo 2023).
Tutti eventi che hanno visto la collaborazione e co-organizzazione insieme ad altre realtà e istituzioni del territorio – dall’università all’ordine dei medici, dal mondo della scuola alla camera di commercio, dalla Provincia di Padova alla Fondazione Zancan – proprio per sottolineare e migliorare la sinergia tra istituzioni, enti locali e cittadini. Nelle occasioni in cui era prevista l’iscrizione è stato inviato ai partecipanti un questionario per poter valutare sia il grado di conoscenza delle Cucine prima e dopo gli appuntamenti, sia la percezione, sia il ruolo che possono avere le CEP nella città.
L’intento era di valutare il grado di coinvolgimento da parte dei partecipanti e se averle “incontrate” o conosciute ha in qualche modo ne ha cambiato la percezione. Su 482 questionari inviati ne sono tornati il 22% (107) e le risposte sono state analizzate dal sociologo Luigi Gui, di cui riportiamo di seguito la valutazione. «Dall’analisi dei dati raccolti, si può affermare con soddisfazione che la sequenza degli otto eventi pubblici per i 140 anni di vita e di storia delle CEP, abbia raggiunto uno dei suoi primi obiettivi: aprire la realtà delle Cucine Economiche Popolari a una parte di cittadini che ancora non le conoscevano o le conoscevano solo in parte, simpatizzavano con questo servizio ma ora lo scoprono meglio e in modo nuovo.
Più della metà di chi ha partecipato agli incontri di sensibilizzazione non era mai entrato nella struttura di via Tommaseo e ora dichiara il proposito di recarvisi, di vedere da vicino ciò che vi accade. Compilando il questionario al termine degli incontri, la maggioranza dei partecipanti dice di aver cambiato la propria idea sulle CEP e di aver rafforzato l’idea che siano realmente utili, aperte, inclusive; le associa per lo più a un’impressione di gradevolezza e calore (colori arancio, giallo, rosso, profumo dolce) e di relativo rasserenamento (odore lenitivo, colore verde).
Per la città, da quanto emerge dai questionari, le CEP sono percepite come risposta concerta ai bisogni delle persone, ma anche come testimonianza viva dei valori dell’accoglienza, del riconoscimento della dignità di ogni persona, di speranza ancora possibile. Come se per Padova le CEP mostrassero la presenza tangibile di mani operose ma anche la vitalità della sua anima, «un contributo – come si legge in una delle risposte – in termini di: osservazione, pensiero, proposte, risposte ai bisogni a vario livello». Dunque, le CEP come un valore al contempo materiale, simbolico, culturale.
L’opinione prevalente, manifestata dalle persone che hanno risposto alle domande, volge decisamente verso giudizi positivi o molto positivi; fra questi prevalgono le espressioni «le CEP sono una testimonianza viva dell’annuncio del Vangelo della Carità» e «le CEP danno voce a chi non ha voce», anche se non sono assenti, pur per poche unità, le espressioni: «le CEP sono un luogo attrattivo per persone devianti» e «le CEP aiutano chi non ha nessun voglia di lavorare». Pochissimi lo hanno scritto, è vero, tuttavia essi testimoniano il persistere di una parte di cittadini ancora diffidenti. È questo un motivo ulteriore per mantenere aperto il canale comunicativo con la città, di reciproca conoscenza, sia provocando occasioni di incontri di persona, sia comunicando nelle forme massmediali e “social”.
Un elemento tratto dalla rilevazione, infine, merita attenzione dopo aver analizzato la ricchezza dei messaggi raccolti tramite i questionari. In essi si coglie in primo luogo l’espressione di un sentimento di gratitudine. Molte delle persone che si sono lasciate coinvolgere dagli incontri promossi per 140 anni di CEP, ringraziano e incoraggiano. Un ringraziamento che pare manifestarsi non solo e non tanto per le parole ascoltate, ma per aver compreso ciò che viene fatto e come viene fatto dalle CEP, con tenacia e nuove attenzioni; un incoraggiamento a perseverare, anche quando sia difficile, per mantenere un servizio “bello e necessario” per le persone che vengono accolte, per Padova e per la sua Chiesa».
Comunicato Stampa