Anno 134 - Dicembre 2022Scopri di più
La tenerezza d’una nascita
Alfredo Pescante
Altichiero rappresenta, in controfacciata dell’oratorio di San Giorgio, l’incanto e la tenerezza d’una nascita, la gioia dei pastori a vedere il Neonato, l’ossequio dei tre Magi al Dio Bambino, la presentazione del Piccino al tempio, la sua fuga in Egitto, dipingendo lui, mamma Maria e Giuseppe in scene con ampiezza d’impostazione ove il paesaggio ha una parte determinante e precorritrice. Alcuni vedono in questa meraviglia l’intervento di Jacopo da Verona. L’accademico Gianluigi Colalucci smentisce, perché? Ci accecano di bellezza, stupendi ed efficaci, i momenti dell’Infante Gesù che solo un genio poteva interpretare in modo così mirabile, pur ricorrendo ad aiuti di valore. Nell’Annunciazione, che sovrasta le fasi iniziali della vita di Gesù, l’oculo finemente lavorato dona profondità, immettendo una luce che vivifica ancor più la serenità nel volto di Maria, umile ancella di Dio. La Natività ha tre momenti: un angelo, in alto a sinistra, indica a tre pastori fra i monti la capanna da visitare; in basso i tre sbucano, con pecore al seguito, dinanzi alla casetta su cui brilla un’onda di luce e ammirano Maria con in braccio il Bimbo tra un cesto colmo di panni, l’asino che bruca, il bue e Giuseppe che li accoglie; altri angeli…
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