Il potere dei mezzi di comunicazione, e specialmente della televisione, è quello di portarci in casa il mondo. Quello che capita a migliaia di chilometri di distanza rimbalza immediatamente sui nostri schermi ed entra a far parte della nostra vita. È così che scoperte, primati, solidarietà, miracoli di umanità ma anche violenze, ingiustizie, guerre... ci raggiungono e ci interpellano.
Nei confronti di queste ultime scatta forse un senso di orrore e di indignazione. Ma poi? Spesso tutto finisce lì, tra una pubblicità e l’altra, cambiando canale, spegnendo la TV. L’indignazione provata non trova sbocco in una azione di contrasto alla cattiveria. Ma forse non ci indigniamo nemmeno più perché assuefatti dalla banalità del male.
Non è stato così per S. Antonio, che ha sempre reagito contro le forme di ingiustizia del suo tempo. Non solo con le parole ma mettendoci la faccia e rischiando in prima persona. Lo fece con il tiranno Ezzelino visitando i carcerati, scagliandosi contro l’usura, opponendosi alla violenza sulle donne, ammonendo gli avari...
Non basta indignarsi di fronte al male, bisogna reagire.
Anzitutto non abituandoci alla sua presenza; poi non diventando superficiali rispetto alle conseguenze; inoltre ponendo in luce la verità e smascherando la falsità...
Sono mille i modi, anche nel nostro piccolo, con i quali possiamo opporci alla malvagità e non solo lasciarci coinvolgere emotivamente per qualche momento e poi voltandoci dall’altra parte.
Ho la testimonianza di Filippo, un aderente dell’Associazione, che invia email periodicamente evidenziando le problematiche del mondo, specialmente quelle che non sono riportate dai mass media. Gli rendiamo onore con questo scritto per dire che condividiamo le sue “battaglie” di sensibilizzazione morale.