Anno 132 - Marzo 2020Scopri di più
Quaresima: il senso del digiuno
Don Chino Biscontin
Riconosco che sono sinceramente ammirato di quei fedeli musulmani, e sono tantissimi, che mettono con rigore in pratica le prescrizioni coraniche del mese di Ramadan. Dall’alba al tramonto dei trenta giorni osservano un digiuno totale: non assumono né cibo né bevande, neppure acqua. Solo dopo il tramonto e prima dell’alba possono mangiare e bere. E poiché il calendario lunare mussulmano ha dieci o undici giorni in meno dell’anno solare, può capitare che il mese del digiuno cada nella stagione più calda (nel 2011 cadeva in agosto). Questa pratica, che è uno dei tratti fondamentali della religione coranica, segna profondamente il corpo e l’anima dei fedeli, e diventa un legame di grande vigore per la comunità. Accompagnata da preghiere, studio del Corano e da opere di carità verso i poveri, rinvigorisce il fervore religioso. Vi sono studiosi che ritengono che quel digiuno, oltre che da pratiche arabe preislamiche, derivi anche dall’influsso della Quaresima cristiana, così come era praticata nelle chiese della Siria, e soprattutto dai monaci. Anche per questi nostri padri nella fede era previsto un mese di severo digiuno, intensa preghiera, lettura delle Scritture e opere di solidarietà verso i poveri. Questo rigore ha lasciato tracce meno profonde, ma non…
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