Anno 132 - Maggio 2020Scopri di più
Gli altri siamo noi
Don Livio Tonello, direttore
Abbiamo vissuto un’esperienza nuova, mai capitata alla nostra generazione, almeno in questa forma così intensa. Una pandemia che ci ha costretto a rimanere distanziati, a sospendere gli incontri, a evitare gli abbracci. Una situazione inedita che ha messo alla prova l’umanità intera. Strade deserte, parchi e giardini silenziosi, piazze vuote. Le normali relazioni umane sospese e rinviate a tempi migliori. Eppure anche qui fiorisce un messaggio, una parola illuminante su chi siamo e come lo siamo. Ci è mancato l’incontro, il dialogo, l’amicizia. I supporti virtuali non ci hanno dato la stessa soddisfazione. Perché è l’incontro in presenza, quello personale, che genera esperienza di sé. È il contatto che produce significati, come quando camminiamo per strada e incontriamo le persone. Forse parlare di “incontro” è parola troppo impegnativa, perché in realtà “passiamo accanto”, forse le vediamo (se lo sguardo non è fisso sul cellulare), qualche volta le notiamo. Attirano la nostra attenzione quelle “strane” o “straniere”. Lo sono i mendicanti, la gente di colore, i cinesi... In genere ci colpisce il portamento, il vestito, l’atteggiamento... Ma l’effettivo riconoscimento dell’altro dipende da noi stessi, è una nostra azione: mentale, affettiva, emozionale, estetica. Diciamo che ci metto del mio quando mi trovo…
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