Anno 132 - Giugno 2020Scopri di più
Ecco i santi della porta accanto
Michele Nicolè
Il 12 maggio scorso, nel bicentenario della nascita di Florence Nightingale (Firenze, 1820 - Londra, 1910), considerata la fondatrice dell’infermieristica moderna, abbiamo celebrato la Giornata Internazionale dell’infermiere. Una ricorrenza che quest’anno si è trasformata soprattutto in un grande ringraziamento. Nella prova durissima che l’Italia si è trovata ad affrontare in questi mesi, infatti, l’impegno speso per vincere questa battaglia ha assunto il volto degli infermieri che, insieme ai medici e agli altri professionisti e operatori sanitari, abbiamo visto in prima linea. La signora Nightingale aveva tracciato le linee guida della sua professione: «L’infermieristica non è semplicemente tecnica, ma un sapere che coinvolge anima, mente e immaginazione», e mai come in questi mesi di lotta alla pandemia le sue parole sono state così vere. Abbiamo visto i volti segnati dalle mascherine, stanchi dopo ore trascorse nelle terapie intensive, degli infermieri di tutto il mondo, da Wuhan a Bergamo, da Bruxelles a Parigi, da Londra a New York, Mosca, Mumbai. Li abbiamo visti festeggiare a ogni guarigione, ballare per scacciare la paura, piangere nei momenti bui, confortare e sostituirsi ai parenti nell’ultimo saluto. Li abbiamo visti scriversi il nome o messaggi di incoraggiamento sulle tute di protezione per far capire che lì…
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