Anno 136 - Ottobre 2024Scopri di più
Amante del creato
a cura della Redazione
Nella vita sul Poverello d’Assisi, che io – fra Giuliano da Spira - ho scritto, ricordo la predica agli uccelli presso Bevagna; e poco più avanti aggiungo: «Da allora in poi l’uomo di Dio sulla cui bocca fu sempre la lode del Salvatore non soltanto continuò ad ammonire gli uomini perché lodassero il Signore come lui lo lodava, ma anche gli uccelli, gli animali e ogni creatura chiamandoli fratelli e sorelle, prese sollecito a invitare alla lode del Creatore». L’amore esuberante del beato Francesco per il Creato è ben nota: basterebbe anche solo ricordare la sua famosa poesia, il “Cantico delle creature”, certo destinata a restare nei secoli. Anche Antonio nei suoi Sermones, pur con un atteggiamento forse meno “empatico”, cita spesso accanto alle Sacre Scritture e ai Padri il “libro della natura” con cui costruisce, a suggerimento dei predicatori, immagini piacevoli e convincenti. C’è chi si è preso la briga di contare, nei suoi scritti, la citazione di quasi duecento specie naturali, un centinaio di animali e una settantina di vegetali... Le sue fonti sono, oltre all’esperienza diretta, i “Naturalia”, bestiari, erbari e lapidari dell’11° e 12° secolo che raccolgono il pensiero degli antichi sulle scienze naturali.
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