Anno 136 - Dicembre 2024Scopri di più
«Beato te che hai la fede!»
Fratel MichaelDavide Semeraro
Mi sono trovato più volte a portare una parola di speranza e incoraggiamento a casa di amici che stavano affrontando situazioni difficili o addirittura drammatiche per malattia, lavoro, incidenti. Con molta semplicità mi sono avvicinato mosso anche dalla mia fede e spesso mi è giunto il loro grazie assieme alla sospirata frase: «Beato te che hai la fede!». Si è soliti dire che la fede è un dono, ed effettivamente la vivo come tale. Mi chiedo però perché il buon Dio ha voluto privare alcuni e privilegiare altri?
F.Z. (Parma)
La fede è un dono, ma non è un privilegio! La fede è un’esperienza intima e personale che si basa sulla percezione profonda di una fiducia possibile. Questa fiducia esige l’impegno del cuore a esercitarsi nell’abbandono e a saper affrontare anche le difficoltà e le sventure della vita come parte dell’esistenza. Di fatto la fede è una possibilità che ogni persona porta, in modo del tutto naturale e spontaneo, nel proprio cuore, ma ha bisogno del libero consenso e dell’appassionato esercizio perché possa sbocciare. Quando le persone che incrocia sul suo cammino cui rivolge parole e gesti di speranza e di incoraggiamento le dicono: «Beato te che hai la fede!», potrebbe rispondere con un grande sorriso «Beato te che potresti ancora scoprirla, e condividerla con me». La fede è un dono che Dio fa a tutti quando ci elargisce il dono della vita con cui il Creatore fa un atto di fede nelle sue creature. Dio attende ciascuno nei suoi tempi e modi di maturazione della risposta di fede alla sua immensa fiducia nei nostri confronti. Chi vive la fede in modo consapevole e responsabile non è un privilegiato: è un testimone… speriamo affidabile!