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Brillano ancora le stelle in Europa?

Don Livio Tonello, direttore

direttore santo dei miracoli

Si sono da poco concluse le votazioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Forse anche voi avete assolto a questo esercizio democratico esercitando il diritto di scegliere i rappresentanti dei ventisette stati membri dell’Unione Europea. Gli esiti hanno mostrato la tendenza verso derive conservatrici con scossoni importanti in alcuni paesi, anche se alla fine rimane invariata la maggioranza della legislatura precedente.

Ma non ci inoltriamo in una analisi politica, bensì consideriamo il volto e l’anima della nostra vecchia Europa, alla luce che emanano le stelle della sua bandiera, con una mai confermata iniziale ispirazione alla corona di dodici stelle della Vergine Maria. Le statistiche religiose dicono che stanno venendo meno i riferimenti ai valori cristiani che hanno ispirato leggi e comportamenti per secoli. Come l’ultima fievole luce di stelle scomparse da tempo. L’impianto democratico di fondo fatica ad accettare e realizzare una convivenza inclusiva che non solo garantisca una vita dignitosa ma anche il rispetto dei diritti umani fondamentali. L’espressione delle proprie convinzioni religiose è uno di questi, e dovrebbe portare piuttosto al dialogo che allo scontro.

Non tutti gli Stati manifestano la medesima apertura e solidarietà. Non tutti, oltre ad accogliere, sono anche in grado di integrare. Contingentare il numero di bambini stranieri nelle classi non sembra una idea illuminata oltre che praticabile. Non dare spazio ai minareti non depone a favore della cattolicità della Chiesa, cioè aperta e relazionata a ogni cultura e credo. Se abbiamo paura che sia messa a rischio l’identità cristiana dalla “invasione” di altre religioni, significa che non siamo sufficientemente capaci di conservare la nostra.

Ci sono nel mondo minoranze religiose che sopravvivono in forza della loro coesione valoriale e dell’attaccamento a tradizioni antiche. Il problema per il cristianesimo in Europa non sono le altre religioni, ma la convinzione e la testimonianza dei cristiani che stanno venendo meno. E non si tratta solo della diminuzione della frequenza ai riti, ma più in generale dell’abbandono dei valori e dei princìpi che possano ancora illuminare il firmamento culturale: vita, famiglia, fedeltà, onestà, sussidiarietà, pace...