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Che bello ascoltare la voce della natura

Laura Galimberti

granelli di senape 3

Si chiama “Radio Natura” ed è un progetto divulgativo che nasce dal desiderio di ricreare un ponte tra i ragazzi, che vivono ovattati nelle loro cuffie e podcast, e il mondo della natura per trasmettere 24 ore al giorno suoni, canti melodie, ma del mondo naturale. A idearlo e proporlo è Letizia Campioni, giovane ricercatrice in ecologia e comportamento degli uccelli presso l’associazione no profit Ornis Italica. «La nostra colonna sonora è per la maggior parte costituita da suoni artificiali, quelli delle città in cui viviamo» spiega. «Ci siamo allontanati dai suoni primordiali, legati alla natura, più rilassanti. Riappropriarsene permette di tornare a connettersi con il creato».

L’attività
Il progetto è stato presentato ad associazioni scout che si occupano di giovani e già propongono attività e giochi legati al mondo naturale. «Abbiamo effettuato un primo contatto online con i diversi responsabili che hanno aderito alla proposta per poter offrire loro alcune competenze di base per il riconoscimento degli uccelli. A questo poi è seguita un’attività concreta per i ragazzi in luoghi appropriati, passando dall’uso corretto del binocolo, al riconoscimento di sagome in 3d di 20 specie diverse di uccelli, posizionati in un’area circoscritta da riconoscere utilizzando un agile manualetto predisposto appositamente. E poi giochi sui canti degli uccelli – dall’upupa, al cuculo, ai diversi tipi di rapaci – e sui segni della loro presenza nel bosco, riconoscendo borre, piume, resti del pasto. Nei diversi luoghi inoltre sono state collocate apposite casette nido, abitate poi da coppie di cinciarelle, e i nidi stessi osservati tramite apposite telecamere: dalla costruzione alla deposizione del primo uovo». Tra le specie più gradite dai ragazzi l’upupa, con la sua simpatica cresta, e la ballerina bianca, che spesso abita anche i parchi urbani.

Il valore educativo

«Attività del genere sono compensativi urgenti per riconnettere i ragazzi alla realtà, per dar loro strumenti per riconoscerne la bellezza e gustarla» spiega Letizia. «Tendono a fuggirla. Così dar loro la possibilità di osservare non solo i dettagli, ma l’unicità, permette ai ragazzi di ritrovare lo stupore di fronte alle tante differenze, dare un nome a ciò che poco prima era genericamente classificato come uccelli. Come evidenziato da alcuni educatori scout poi, a margine dell’esperienza, allenare lo sguardo a questa età permette di usarlo nella vita. Uno sguardo attento sa cogliere le opportunità, sa trovare delle soluzioni, ridimensionare, dare il giusto peso. Nella verifica finale molti sono andati oltre: si sono chiesti addirittura quale fosse il proprio canto nella vita, il proprio sogno e desiderio profondo. Di fronte all’entusiasmo di molti adolescenti ho capito che la strada era giusta e che effettivamente i ragazzi di oggi sono molto curiosi. Vanno solo coinvolti in un modo per loro attraente».

Tornare a stupirsi

Un progetto pilota, iniziato a gennaio 2024, finanziato dall’Associazione ASAB - per lo Studio del Comportamento Animale. Lazio e Sicilia le due aree di maggior implementazione della proposta, che ha coinvolto circa 300 tra adulti, ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 16 anni. Due i siti principali utilizzati: base Lupo in Sicilia e l’Agriturismo il Favogoloso ad Alatri. Un percorso esportabile e fruibile anche in scuole, per bambini più piccoli, tra gli 8 e gli 11 anni, e per tutti coloro che ne avessero il desiderio. A disposizione, per chi volesse saperne di più, una pagina facebook “Radio Natura” e, con lo stesso nome, un account Instagram. Uno studio, una capacità divulgativa e una passione enorme sono dietro al successo del progetto: «È nata quando ero piccola - confida Letizia - e influenzata da mio padre. Allevava conigli, quaglie, fagiani, piccioni. In giardino avevamo anche i pavoni e altri animali. Lo seguivo la sera quando andava a dar loro da mangiare e ricordo che volevo sempre prendere in mano i pulcini o i coniglietti. Poi all’università mi sono ritrovata a dover scegliere una tesi di laurea e tra le varie opzioni mi sono orientata verso lo studio di due specie di uccelli: la cinciarella e la cinciallegra in ambiente urbano, al Bioparco di Roma, in mezzo a Villa Borghese. È stato l’inizio di un interesse per l’avifauna che poi si è specializzato sui rapaci notturni, con una tesi di dottorato sul gufo reale, e negli ultimi 10 anni sugli uccelli marini». Tornare ad accompagnare le nuove generazioni a stupirsi della meraviglia del creato è diventata così una sorta di missione: competenza e capacità di stare con i ragazzi restano un binomio ricco di futuro.