Anno 133 - Maggio 2021Scopri di più
Controcorrente
Don Livio Tonello, direttore
Quando si risale un fiume o si naviga contro vento si va controcorrente. Espressione marinara che si presta per indicare le situazioni che procedono in direzione contraria al flusso comune. Lo si nota nelle scelte di vita, nei dibattiti televisivi, nei pareri degli opinionisti, in chi non si adegua alla massa. Ci sono persone che “fiutano” la novità o che intravvedono i pericoli. Nella Sacra Scrittura troviamo i profeti che esortano il popolo non su ciò che vuole sentirsi dire, ma su quello che Dio comunica.
A volte, fare il “bastian contrario” è anche uno stratagemma per farsi notare o per provocare. Sicuramente il Vangelo è uno di quei “discorsi” che non si adegua al pensiero comune, né propende per facili scorciatoie accattivanti. Sovente l’agire di Gesù crea sconcerto e il linguaggio risulta paradossale: «chi perderà la propria vita per causa mia la troverà»; «beati i poveri, gli afflitti...»; «se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti»... Gesù propone una visione del mondo e uno stile di vita non consueti. Invita ad andare controcorrente rispetto alla mentalità comune, oggi come duemila anni fa. Ma in tutto questo tempo il cristianesimo cosa ha prodotto di diverso?
La stampa laica va a nozze nel parlare della pedofilia, nel rilevare le compromissioni economiche e politiche di prelati e consacrati, nell’esaltare le figure carismatiche denigrando quelle istituzionali. La vera riforma della Chiesa che papa Francesco sta cercando di attuare non avverrà certo a forza di documenti e di decreti. Il punto di riferimento rimane il Vangelo, il vero manifesto rivoluzionario. I grandi innovatori della storia non sono paragonabili alla figura di Gesù e al suo messaggio. L’uomo di Nazareth non ha preso le armi, non ha incitato alla rivoluzione, non ha fatto lo sciopero della fame: solo l’autorevolezza della sua persona capace di parole rigeneranti.
Parole di liberazione, segni di speranza, inviti di una forza inaudita, capaci di ridare all’umano la sua pienezza. Se ne sono scandalizzati i benpensanti, si sono risentiti i tradizionalisti. Solo dai cuori semplici è stato accolto il messaggio dirompente e rivoluzionario. A noi cristiani spetta questo compito di ridire la notizia innovativa del Vangelo. Non si tratta di fare crociate, né di denigrare la cultura, ma quando serve di andare controcorrente. Quando è in gioco il bene comune, la dignità della persona, la difesa delle fragilità, allora è il momento di far emergere la forza inaudita del Vangelo.
La pandemia ci ha messo alla prova, ma ha indicato gli ambiti che inducono a risalire la corrente per ritrovare le sorgenti del bene. Tantissimi gesti di vicinanza e di solidarietà (anche premiati) hanno rimesso in discussione la felicità ricercata nell’egoismo; hanno ricordato che ci si salva assieme perché si è nella stessa barca. Come il virus non conosce frontiere, età, colore della pelle o titoli, così il cristiano non può conoscere ostacoli nel ridire la forza dirompente e innovativa della buona notizia di Gesù.