Anno 137 - Marzo 2025Scopri di più

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Dalla gratitudine al servizio

suor Marzia Ceschia

Nel mese di marzo tra gli eventi giubilari va menzionato il Giubileo delle associazioni di volontariato (8-9 marzo). Esse raccolgono uomini e donne di ogni età e provenienza che spendono, spesso in maniera silenziosa, la loro vita a fianco dei marginali e dei sofferenti, negli ambienti più disparati, con gratuità e dedizione. Impegno prezioso, carità vissuta di tanti uomini e donne di buona volontà e ricchi di ideali concreti, di passione per la storia.

Anche questo mese vogliamo associare all’appuntamento giubilare una testimonianza, proponendo la figura di Dorothy Day. Su questa personalità si è ridestata l’attenzione quando papa Francesco l’ha citata nel suo discorso all’assemblea plenaria del Congresso degli Stati Uniti d’America, il 24 settembre 2015: «In questi tempi in cui le preoccupazioni sociali sono così importanti non posso mancare di menzionare la serva di Dio Dorothy Day, che ha fondato il Catholic Worker Movement (Movimento dei Cattolici Lavoratori). Il suo impegno sociale, la sua passione per la giustizia e per la causa degli oppressi erano ispirati dal Vangelo, dalla sua fede e dall’esempio dei santi».

Dorothy nasce a Brooklyn l’8 novembre 1897 e, a motivo della professione del padre che era un giornalista, vive un’infanzia di frequenti spostamenti. Nel 1914 vince una borsa di studio all’Università dell’Illinois. Non conclude gli studi, ma entra in contatto con ambienti radicali e socialisti, allontanandosi dalla fede episcopaliana nella quale era stata educata. Stabilitasi a New York, lavora come giornalista per il giornale socialista The Call. Scrive anche sulla rivista The Masses, che si contrapponeva all’ingresso degli USA in guerra e che fu chiusa nel 1917. Nello stesso anno è arrestata durante una manifestazione femminista per la rivendicazione del diritto di voto alle donne. In carcere si riavvicina alla Bibbia, specialmente ai Salmi. Una volta scarcerata è attiva come infermiera durante il primo conflitto mondiale.

Ha una vita inquieta, travagliata specie dal punto di vista relazionale e affettivo. Si innamora di un giornalista, Lionel Moise, rimane incinta, abortisce. L’esperienza dell’aborto la segna profondamente e da allora si convince di essere divenuta sterile. Solo quando incontra il botanico Forster Batterham sembra aver trovato un equilibrio sentimentale. I due si sposano civilmente e Dorothy, con sua grande sorpresa, si scopre di nuovo incinta. Dà alla luce una bambina che chiama Tamar Theresa. È un’esperienza positivamente sconvolgente per lei: Dorothy avverte una chiamata a fare di Dio il centro della sua esistenza, spinta da una profonda riconoscenza, da un’incontenibile gratitudine. Vuole battezzare come cattolica la sua bambina – riceve lei stessa il battesimo nella Chiesa cattolica dopo la figlia – ma questa sua conversione è motivo di una forte tensione con Forster, tanto da portare a una dolorosa rottura.

Dopo la separazione Dorothy incontra Peter Maurin: diventa per lei il compagno di fede, di mente, di spirito. Insieme, nel 1933, danno inizio al Catholic Worker Movement il cui ideale si esprime attraverso un giornale e soprattutto nell’apertura di numerose case per accogliere i senza-tetto, vittime della Grande depressione dopo il crollo della borsa nel 1929.

Il Vangelo per Dorothy ha risvolti molto concreti nell’inscindibile binomio giustizia-carità di Cristo: i suoi ideali di equità e di libertà la spingono a prendere le distanze da un cristianesimo borghese e arroccato, lontano dai poveri. Si spende in ogni modo su una questione che sente essenziale, quella del lavoro e dei diritti dei lavoratori, quella della loro dignità contro ogni iniquo sfruttamento, fino al giorno della sua morte, il 29 novembre 1980. Nel 2000 è riconosciuta quale “serva di Dio” da papa Giovanni Paolo II.