Anno 134 - Gennaio 2022Scopri di più
Fermata poetica
Elide Siviero
Passeggiando per Bologna ho notato un cartello che diceva questo: «Sei in attesa? Sei di passaggio? Fermati un attimo qui. Bastano pochi secondi e ti farai un viaggio gratuito e inedito. Un viaggio tra le strofe della poesia. Questa è una fermata poetica, utile a fermare il tempo e a intraprendere un’esperienza inusuale. La destinazione è la poesia errante qui sopra. Leggimi e rimarrò con te fino a quando lo vorrai. Firmato la fermata poetica». Che meraviglia! Ho cercato sopra e sotto se ci fossero delle poesie: probabilmente c’erano prima ed erano sparite. Ho pensato che forse la gente di Bologna sa che può lasciare lì le sue poesie e qualcuno le legge: l’idea di creare una “fermata poetica” mi ha veramente entusiasmato. Ho notato che in alcune strade erano scritte qua e là delle poesie, tutte senza firma. «Una città costellata di poesia!», ho pensato. Una diceva: «Non correre. Fermati. E guarda. Guarda la formica vicino alla ruota dell’auto. Guarda. Fermati. Non correre. Tira il freno, alza il pedale. Abbassa la serranda dell’inferno». Un invito davvero forte, deciso, a fermarsi per poter così mettere fuori da sé l’inferno del caos. È come se questa città volesse creare delle soste…
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