Anno 133 - Gennaio 2021Scopri di più
Idee per camminare
Gabriele Pedrina
Lo so. Ci dà fastidio vedere i ragazzi sempre con il cellulare in mano, che interrompono qualsiasi conversazione con noi per rispondere al messaggio dell’amica, che non sai mai cosa stanno guardando o ascoltando. Una volta eravamo preoccupati perché se ne stavano sempre chiusi in stanza davanti al computer.
Hanno risolto il problema: se lo portano dietro, dentro a uno smartphone! Il timore che abbiamo da sempre è che nella rete facciano brutti incontri, ascoltino o vedano cose non adatte alla loro età, si facciano prendere da discorsi devianti. Sono le stesse paure che avevano i nostri genitori ogni volta che uscivamo dal controllo del loro sguardo, che inforcavamo il motorino e... chissà chi vedevamo e cosa facevamo.
Ma proviamo a spostare l’attenzione da quello che fanno a come li vorremmo. Se vogliamo che diventino maturi, capaci di ascoltare e di affermare, responsabili senza essere pedanti, gente di anima senza essere bigotta, audaci e protettivi allo stesso tempo, dobbiamo permettere loro di confrontarsi con il mondo, dobbiamo costringerli e sostenerli a smarrire i perché e a ritrovare ogni volta un nuovo senso a quello che accade; a continuare anche quando un senso non si vede più.
Il vero pericolo che noi tutti abbiamo affrontato, e forse non sempre superato, è di restare imbrigliati in idee, giudizi, spiegazioni che sono vere solo perché sono le più comode: comode come un paio di scarpe vecchie. Nulla toglie che restino le migliori scarpe per affrontare il mondo, e che le terremo fino al nostro ultimo passo. Ma se tenerle vuol dire stare chiusi in casa... tanto ormai alla nostra età... dove vogliamo andare... fa tristezza.
I nostri figli, invece, di strada ne hanno ancora tanta da fare e serve che trovino le scarpe giuste per loro. Devono conoscere, capire; devono anche provarle. Un giorno cambieranno i lacci, un altro rifaranno le suole, forse cambieranno scarpe. Quel che conta è che agiscano in coscienza e non per abitudine. Abbiamo lottato contro l’omologazione e per la diversità. Ora queste diversità si sono polarizzate e crescono gli estremismi e le contrapposizioni.
Alla fine sono ancora muri, grandi o piccole prigioni rassicuranti che solo una coscienza libera e sincera, capace di pensare l’inimmaginabile, farà crollare.