Anno 133 - Gennaio 2021Scopri di più
Il bene e la Grazia
a cura della Redazione
San Paolo nei primi versetti della lettera alla comunità cristiana di Efeso afferma che «abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia» (ovvero della grazia di Dio). Ma allora hanno ragione i protestanti e quanti affermano che non serve impegnarsi nel darsi da fare in opere buone, perché la nostra salvezza dipende esclusivamente da Dio e dalla sua bontà?
R.T. (Milano)
Il 31 Ottobre 1999 con una Dichiarazione congiunta la Chiesa Cattolica e quelle uscite dalla Riforma hanno ritrovato la loro piena comunione sulla dottrina della “giustificazione”. Il testo si conclude in questi termini: «La comprensione della dottrina della giustificazione esposta in questa Dichiarazione mostra l’esistenza di un consenso tra luterani e cattolici su verità fondamentali di tale dottrina della giustificazione. Alla luce di detto consenso sono accettabili le differenze che sussistono per quanto riguarda il linguaggio, gli sviluppi teologici e le accentuazioni particolari che ha assunto la comprensione della giustificazione». Ciò vuol dire che i cattolici hanno ragione... e i protestanti non hanno torto! Il ruolo della grazia è fondamentalmente primario e gratuito poiché è Dio che prende l’iniziativa della salvezza per tutti gli uomini nel suo infinito amore. Nondimeno è proprio della natura dell’amore voler corrispondere all’amore con segni e gesti di gratitudine e di corrispondenza. Se è vero che la salvezza è un dono gratuito e “grazioso”, rimane altresì vero che abbiamo il desiderio di corrispondere con passione e operosità perché la grazia agisca dentro di noi e porti frutti di grazia attorno a noi.