Anno 132 - Marzo 2020Scopri di più
Il cielo al tramonto
Elide Siviero
Il cielo azzurro e terso è sempre uno spettacolo che spalanca il cuore, dona una sensazione di libertà e di leggerezza; ma oggi ho provato una emozione diversa. C’era un cielo incredibile: verso sera, al tramonto, ho scorto dei colori che non avevo mai visto. Sul fondo, verso oriente, si affollavano delle nuvolette azzurrine, di un celeste delicato, ma anche intenso; a occidente, invece, il rosso infuocato del sole illuminava tutto il cielo.
Ma la cosa davvero meravigliosa era vedere il centro del cielo nel quale delle altre nuvolette infrangevano i raggi del sole, dando luogo ad altri colori, ad esempio un rosa unico, inimmaginabile. Una tavolozza di colori da togliere il fiato, che cambiava di minuto in minuto, a mano a mano che il sole scendeva all’orizzonte. È stato uno spettacolo unico e breve: una decina di minuti di un capolavoro mai visto.
Ho pensato che se non ci fossero state quelle nuvolette, non avrei visto quell’incredibile colore rosa: erano quelle nuvole che, ostacolando la luce, la rifrangevano e potevano far sprigionare tutta la gamma e la potenza del colore dal raggio del sole che le colpiva. Per questo, quello spettacolo è stato unico: una combinazione di nubi, sole, luce che ha dato luogo a un quadro mirabolante. Ma senza quelle nubi nessun colore si sarebbe potuto vedere: era la loro presenza, ostacolante, che rompeva il raggio in mille rifrazioni. La rottura della luce produceva le molteplici sfumature di vari colori.
Per questo solo dopo la pioggia possiamo vedere l’arcobaleno: esso non compare in un cielo sereno, ma solo in uno solcato, graffiato dalle gocce d’acqua, che creano una speciale rifrazione. «Chi desidera vedere l’arcobaleno deve imparare ad amare la pioggia» (Paulo Coelho). Questo davvero ci insegna a cogliere negli ostacoli della nostra vita non ciò che ci scandalizza (scandalo letteralmente significa inciampo), ma ciò che può farci incontrare dei colori nuovi.
Quando viviamo qualcosa che non va secondo i nostri piani, un impedimento, una difficoltà, possiamo cadere nella mormorazione, nella rabbia; oppure possiamo provare a chiederci: «E se questo fosse un bene?», non perché l’intralcio sia buono in sé, ma perché esso può permetterci di vedere qualcosa di nuovo di noi, degli altri, della vita. Non è semplicemente vivere con un atteggiamento ottimistico, ma: «Nella contraddizione, lo Spirito Santo semina in noi il dubbio che ci sia qualcosa di buono in questo aspetto negativo. Forse ci sarà una sorpresa che ci porterà dove non pensavamo di andare» (Fabio Rosini).
Anche nella nostra vita sono proprio le difficoltà che spesso possono, come le nuvole del cielo, far brillare ancora di più la luce della grazia di Dio. I momenti difficili fanno vedere la Sua forza; il nostro peccato rivela la Sua misericordia; la nostra debolezza rivela la Sua potenza; la nostra tristezza rivela la Sua gioia. Anche la nostra morte ci porta nella promessa del Paradiso. D’altra parte, il cielo inostrato al tramonto narra il sacrificio vespertino sulla Croce: lo scandalo più grande, che ci ha portato la salvezza. E la Sua croce porta sempre con sé la Sua risurrezione.