Anno 132 - Marzo 2020Scopri di più
Il Crocifisso di Donatello
Alfredo Pescante
«Hai messo in croce un contadino e non un corpo simile a Gesù Cristo, il quale fu delicatissimo, et in tutte le parti il più perfetto uomo che nascesse già mai». Così rispose Brunelleschi all’amico Donato che gli aveva chiesto un giudizio sul primo suo crocifisso ligneo nella chiesa fiorentina di Santa Croce. S’adirò entro sé, il nostro, ma seguì i consigli ricevuti, raggiungendo in quella issata nella Basilica del Santo la più stupenda scultura d’un uomo in croce. Fin troppo bello, perfetto, sommo è sempre parso questo capolavoro nel rappresentare l’effigie d’un morente, ricco di color oro a definire lo spazio e a propagare la luce sul Cristo e d’oro e azzurro nella croce, operazione quest’ultima di “una donna” e del Pìzolo nel gennaio 1449! Donatello pensò siffatta croce bronzea quale singola opera, non all’interno dell’altare, progettata definitivamente nel gennaio 1444, prima del Gattamelata, ciò testimoniato dal primitivo pagamento da lui ricevuto. Ultimato nel 1449 (erano a buon punto i lavori all’Altare e al Gattamelata), il Crocifisso trovò posto su un basamento, in mezzo la chiesa, a livello del primo pilastro cui è addossato il pulpito, divenendo sito privilegiato per il fedele che poteva pregare e meditare sull’atroce morte…
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