Anno 131 - Maggio 2019Scopri di più
Il futuro viene prima del passato
Don Livio Tonello, direttore
I giorni che viviamo non sono solo il frutto delle scelte del presente, ma la conseguenza di ciò che abbiamo deciso anni addietro. Ogni scelta che compiamo pensando a ciò che deve ancora venire, in realtà la facciamo in base a quel futuro che speriamo si realizzi. Quindi il futuro viene prima del passato. Sembra un paradosso, ma è ciò che avviene quando decidiamo una cosa. Il nostro futuro (che ancora non c’è) lo vorremmo proprio come lo stiamo pensando, e oggi si sta realizzando ciò che abbiamo intravisto anni orsono e che ci ha proteso verso il presente.
L’applicazione di questa evidenza paradossale, non certo cronologica, è più reale di quello che pensiamo. Se un domani mi penso un professionista, quel sogno orienterà i miei studi e la mia vita. Scelte e decisioni che oggi prendiamo le facciamo guardando in avanti rispetto a quello che ci conviene, a ciò che è più opportuno, a quello che vorremmo vedere realizzato. È quindi il nostro futuro che sta guidando e anticipando la storia che scriveremo. Una scelta politica, ambientale, economica, perfino morale, compiuta guardando al domani ci interpella su quello che vorremmo essere.
Il rischio dell’immediato e del tornaconto è grande. Le nuove generazioni si stanno ribellando. La piccola Greta dalla Svezia ha dato il via a un movimento di protesta giovanile per sollecitare l’opinione mondiale sui cambiamenti climatici. Dei ragazzini hanno avuto il coraggio di avvisare le forze dell’ordine per salvare i propri compagni dalle intenzioni di un folle che li teneva in ostaggio sul pullman della scuola. Il futuro, rappresentato da queste giovani promesse, ci sta chiamando ad atti coraggiosi di umanità. È primariamente il futuro dei nostri figli e nipoti che ci sta chiedendo di agire, di intervenire, di dimostrarci saggi.
Tanti cittadini non andranno a votare in questo mese per le elezioni europee. Scelgono di non scegliere. Sono note le battute: “Non m’importa dell’Europa”. “Non mi interesso di politica!”. “Sono tutti uguali, fanno quello che vogliono...”. L’indifferenza e la sfiducia non ci interrogano sul nostro domani, però siamo pronti a lamentarci se le cose non vanno. Per un cristiano è proprio il dopo, la prospettiva futura che anima il presente. La viviamo nell’evento della risurrezione del Signore in questo tempo pasquale.
La fede nella risurrezione di Cristo dona speranza al nostro vivere. Il pensiero di ciò che verrà ci proietta nella risurrezione finale e così i nostri passi sono orientati e spronati a un impegno costante nel bene. Quando il contadino semina non sa cosa il cielo riserverà al seme gettato. Sa però che se non semina, non raccoglierà. Vive nella speranza del raccolto investendo le sue energie perché c’è la prospettiva dei frutti. Il futuro del seme è il frutto e quella prospettiva genera la semina nel presente.
Anche l’Associazione di cui fate parte, in questi anni sta immaginando il proprio futuro. Lo fa perché vuole continuare a spezzare il pane per i poveri e promuovere progetti di carità. Pensando al futuro stiamo cercando di ottimizzare le energie, di rivedere le strategie, di rinnovare la proposta di spiritualità. Lo stiamo facendo anche con i contenuti della rivista, con il restyling del sito internet, con le proposte di sostegno. Guardiamo in avanti per lasciarci orientare dal futuro. Ve lo assicuro: è un cammino arduo, ma certamente avvincente. Con il vostro sostegno e la vostra vicinanza.