Anno 133 - Luglio-Agosto 2021Scopri di più
Il piacere di essere letti
Don Livio Tonello, direttore
Cara lettrice, caro lettore... sì, mi rivolgo proprio a te che stai leggendo questo editoriale. Forse è una giornata calda, forse sei seduto sul divano o sotto un albero frondoso... forse sei preoccupata o in attesa di qualcosa. La lettura è congeniale a molti. È forse più agevole nel periodo estivo quando c’è qualche momento di pausa in più. Ma la lettura non è solo passatempo. Leggere è un’operazione vitale. Leggere cambia la vita.
E non avviene solo nel confronto con una pagina del Vangelo (spesso nemmeno qui), ma con qualsiasi testo ci si rapporti. La lettura instaura un dialogo. Lo è con l’autore (anche se a distanza), lo è con i concetti espressi in rapporto alle proprie convinzioni, lo è tra il proprio mondo e quello dell’altro. Ciò che leggo non alimenta solo la mia conoscenza arricchendola di contenuti: mi cambia.
Non è la quantità dei libri letti a produrre conoscenza, ma i libri dai quali “sono stato letto”. Ci sono testi che lasciano un segno e che aprono un mondo. Dopo la lettura non siamo più gli stessi perché in noi è entrato qualcosa di nuovo che ha il potere di cambiarci. Si modifica il modo di pensare o di giudicare un fatto, si percepisce con occhi diversi un personaggio, si modifica lo stile della propria vita.
Sono quei libri che diventano formativi e contribuiscono a far crescere. Il dialogo instaurato alimenta pensieri, affina ragionamenti, produce cambiamenti. Il lettore si specchia in quelle parole, riconosce i propri sentimenti, si sente interpellato, accende reazioni. Possono essere di compiacenza o di rabbia o di stupore. È l’incontro con il mondo culturale dell’autore che già implicitamente pensava a me.
Ciò vale per la redazione dei Vangeli, per esempio, nei quali lo scriba di duemila anni fa ha scritto anche per me oggi. I suoi pensieri non sono confinati nel passato, ma attuali e interpellanti il mio presente. Sono parole capaci di suscitare i medesimi sentimenti e reazioni pensati per i suoi uditori di un tempo. E lo sono nella misura in cui riferiscono maggiormente dell’umano che appartiene a tutti di ogni tempo e luogo. Le pagine di un libro non sono mai neutre. Interpellano e chiamano a vita la mia esistenza.
La sollecitano, la rischiarano, la convertono. In bene o in male. Questo avviene anche ora, nel momento in cui stai leggendo questo testo. Io che scrivo sto pensando a te, anche se non ti conosco, ma so che stiamo dialogando se pur a distanza. Sto scrivendo pensando a ciò che queste mie parole potranno dirti e so che, mentre le leggi, stanno attivando qualcosa nella tua mente.
Non saprò mai la tua reazione, né se sono state interessanti. Sono consapevole, però, della responsabilità che quello che dico (scrivo) ha la capacità di leggere il tuo profondo e portare a galla ricordi, emozioni, esperienze. Così non sarà decisivo quello che leggerai in questa rivista per accrescere le tue conoscenze, ma quello che ti sembrerà abbia letto della tua vita per renderla migliore. Buona lettura.