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Il sacrificio di Salvo D’Acquisto

suor Marzia Ceschia

L'8 e 9 febbraio 2025, nell’ambito degli eventi programmati nell’Anno Santo, si celebra a Roma il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza. In questo contesto vogliamo fare memoria di un testimone particolarmente significativo, il servo di Dio Salvo D’Acquisto, vicebrigadiere dei Carabinieri e Medaglia d’Oro al Valor Militare. Salvo nasce a Napoli, nel quartiere Vomero, il 15 ottobre 1920, primogenito di cinque figli, in una famiglia di modeste condizioni economiche e profondamente cristiana.

Frequenta le scuole presso i Salesiani, mentre per la catechesi fa riferimento alla chiesa dei Gesuiti. Fin da adolescente lavora come operaio nella piccola ditta di uno zio che spesso accompagna all’Ospedale della Vita (per i tubercolotici) e agli Incurabili di Napoli per visitare e confortare i malati. A 19 anni, il 15 giugno 1939, entra nell’Arma dei Carabinieri e frequenta la Scuola Allievi di Roma nella quale rimane fino al 15 gennaio 1940. Conseguita la qualifica di carabiniere, è assegnato alla Compagnia comando della Legione di Roma.

È quindi trasferito al nucleo Fabbricazioni di Guerra fino a fine ottobre. Quando l’Italia scende in campo nel secondo conflitto mondiale, Salvo si arruola come volontario e parte alla volta di Tripoli dove arriva il 23 settembre 1940, destinato a un servizio di sorveglianza dei campi di aviazione. In seguito al ribaltamento di una camionetta sulla quale viaggiava subisce un infortunio alla gamba, successivamente contrae la malaria. In entrambi i casi deve affrontare il ricovero in ospedale a Bengasi e un periodo di convalescenza.

Il 13 settembre 1942 rientra in Italia ed è aggregato alla Scuola Sottoufficiali di Firenze. Pochi giorni dopo è promosso vicebrigadiere e lui stesso esprime il desiderio di essere a servizio in una stazione di periferia, di stare a contatto con i poveri e i marginali. È dunque assegnato alla Legione di Roma e trasferito a Torrimpietra nel litorale laziale. Si fa subito conoscere per la sua affabilità e dedizione, per l’attenzione alle famiglie che vivono nella fame e nella miseria, nel contesto di un’Italia divisa, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, tra occupazione tedesca e avanzata degli americani. Il 22 settembre 1943 alcuni paracadutisti tedeschi entrano nella Torre di Palidoro per un’ispezione e provocano l’esplosione di una bomba a mano, probabilmente frutto di una precedente requisizione della Guardia di Finanza ai pescatori di frodo.

In quella circostanza un militare rimane ucciso e due sono feriti. Il comandante della guarnigione tedesca minaccia di ritorsioni la popolazione nel caso non si facessero avanti i colpevoli di un presunto attentato contro le forze tedesche. Il 23 settembre scatta il rastrellamento: ventidue abitanti di Torrimpietra sono arrestati e minacciati di morte. È per salvare tanti innocenti che Salvo D’Acquisto si autodichiara colpevole e viene fucilato: il suo corpo è abbandonato per dieci giorni nella fossa che gli ufficiali tedeschi avevano intimato di scavare agli ostaggi, preludio di una loro imminente fucilazione. Il 25 febbraio 1945 Umberto di Savoia gli conferisce la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

Nel 1983 è annunciata da S.E. Mons. Gaetano Bonicelli l’apertura presso l’Ordinariato militare della causa di canonizzazione: «…il motivo determinante della venerazione del Servo di Dio consiste nella ferma convinzione che egli sacrificò la sua vita per i più puri motivi di carità verso Dio e il prossimo» (Congregatio de Causis Sanctorum, Beatificationis Servi Dei Salvii D’Acquisto [1920-1943] Positio super vita, martyrio et fama martyrii. Positio Suppletiva, Romae, 1999, 43). Dal 1986 le sue spoglie riposano nella Basilica di Santa Chiara a Napoli. A Salvo D’Acquisto sono intitolate 6 caserme dell’Arma dei Carabinieri, 45 scuole e quasi 500 tra vie, viali e piazze in tutta Italia.