Anno 136 - Marzo 2024Scopri di più
Il timore dell’aldilà e il rammarico attuale
Fratel MichaelDavide Semeraro
Sono la nonna di una nipotina di dodici anni, molto esuberante e intelligente. Spesso, a motivo del lavoro dei suoi genitori, trascorre interi pomeriggi con me procurandomi una gioia grandissima. Càpita a volte che mi trovo a richiamarla per piccoli suoi atteggiamenti di invidia e gelosia o per il difetto di raccontarmi inutili bugie che immancabilmente smaschero. La ammonisco dicendole che la verità e la bontà la renderanno di certo una persona più bella tra le sue amiche, e a volte anche dicendole che queste virtù segnano la strada del paradiso, ben diversa da quella che porta all’inferno. Vedo però che come pronuncio la parola inferno lei si mette a ridere e non mi presta più attenzione. Eppure io sono cresciuta anche con il timore dell’aldilà; ora vedo che non se ne parla più. È forse sbagliato il mio parlarne?
L.Z. (Taranto)
Il suo modo di parlare non è sbagliato in sé, ma sicuramente va adattato alla sensibilità e al linguaggio delle nuove generazioni. Invece di parlare di “inferno” cerchi di parlare di vita autentica e di piena umanità. Ciò che fino a poco tempo fa mettevamo sotto la parola “inferno” può essere comunicato con immagini meno truculente che facciano leva non tanto sulla paura della punizione eterna, ma sul desiderio di bene, di bello e di vero che anima il cuore di ogni persona umana che è, per sua natura, un figlio di Dio chiamato a diventare un fratello in umanità per tutti. Non si arrenda nel compito di aiutare la sua nipotina a crescere in sapienza e grazia, ma usi un linguaggio che la tocchi nella sua sensibilità piuttosto che spaventarla con il fuoco dell’inferno. Come diceva il grande mistico Isacco di Ninive (VI secolo d.C.): «L’inferno è il rammarico». Rammarico di non essere stati all’altezza della propria umanità, ed è in questa maturazione che deve aiutare la sua nipotina. Lo faccia con passione, con amore e sempre con un sorriso di ammirazione per tutto ciò che di bello può trovare in una ragazzina di dodici anni che si affaccia con stupore e curiosità alla vita.