Anno 135 - Maggio 2023Scopri di più
Inno alla Maternità
Alfredo Pescante
«Per lo vostro gran valore, Vergine Maria, ci hai fatto un bambino ch’è la vita mia (...) Puppava lo bambino la dolciata puppa, stringeala colla bocca, colle sue labbruccia; ciuppa ciuppa ciuppa, non vuol minestruccia, perché non avea dentucci la bella bocchina». Onomatopeici e graziosi questi versi d’una “laude” d’ignoto autore del ’300 che presenta Maria, Vergine e Madre! Il Fanciullo è colto nell’atto di suggere il latte materno perché la Madonna è anzitutto Madre, cioè una nutrice, qui ripresa nel suo aspetto più umano. La “Madonna lactans” (Madonna del latte), sul cui conto esiste molta letteratura, fu cara al pennello degli artisti del ’300, soprattutto in Toscana, Nord-Italia, Europa, e la quantità di dipinti (c’è anche il Da Vinci) supera di gran numero quelli da noi immaginati. Una devozione nata a Efeso (431), cresciuta in Egitto e giunta nel XII secolo nell’italica penisola, in un periodo in cui la Chiesa cominciò a valorizzare la donna. Crebbe fino agli anni del Concilio di Trento (1563) quando il magistero cattolico, per motivi di decoro, decise di bandire le Madonne a seno nudo. Molte ne sopravvissero e lo documenta la nostra nell’andito tra Basilica e chiostro della Magnolia (1373), scelta a celebrare…
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