Anno 135 - Giugno 2023Scopri di più
La cosa più bella... è farsi in quattro!
Laura Galimberti
Quattro progetti inclusivi per riportare vita e speranza a giovani, esclusi, contesti, quartieri. Non solo economia, ma vero benessere e nuova socialità, favorendo l’incontro, promuovendo tutti e ciascuno.
Il Girevole: un bar a milano per “con e senza fissa dimora”.
Un pub analcolico, al San Fedele di Milano, che in orario serale accoglie utenti “senza e con dimora”. È “il Girevole”, così chiamato dallo strumento usato per i cambi scena a teatro e vuole offrire uno spazio accogliente, elegante e curato, a due passi dalla Scala, che favorisca la socializzazione e l’avvio di eventuali percorsi di reinserimento. L’Associazione, collegata ai gesuiti, ha preso in affitto uno spazio già destinato alla ristorazione, lo ha ristrutturato e adeguatamente attrezzato, e lo ha messo in regola con le normative vigenti in termini di sicurezza e igiene. All’interno operano educatori, psicologhe e un assistente sociale, vestendo i panni di normali avventori, assieme a volontari di diverse fasce d’età e clienti saltuari. Il pub è totalmente differente dai centri diurni normalmente frequentati dalle persone senza dimora. Nulla da invidiare agli altri locali del centro, vede la presenza di clienti qualsiasi e permette a tutti di trascorrere un tempo di normalità senza stereotipi. L’ambiente favorisce lo stare insieme, la relazione e consente di vivere un tempo serale diverso: «Per qualche ora – spiegano i promotori – la persona può essere incontrata senza considerare il suo stato di grave indigenza come la caratteristica che la definisce. Si riattiva il lato più creativo, come avviene normalmente in un pub, animato da proposte musicali e culturali. Si lenisce la “stanchezza” dello stare in strada offrendo, in un locale elegante, cocktails, intrattenimento e leggerezza». L’iniziativa nasce dal servizio ordinario di assistenza farmaceutica promosso dal San Fedele. Notato l’alto numero di senza dimora nel centro cittadino, ha ipotizzato uno strumento nuovo per osservare la realtà, rilevarne i bisogni, offrire una prima risposta. Quindi prendere in carico le persone, migliorarne la qualità della vita e innescare un cambiamento culturale nella parte “benestante” della popolazione.
Il sogno realizzato di PizzAut. Nico Acampora, fondatore della realtà, è papà di un bimbo autistico. Il 19 novembre 2017 con un gruppo di genitori di ragazzi autistici fonda l’associazione PizzAut Onlus con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni e la società civile sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche. Non solo convegni. Il progetto prevede l’apertura della prima pizzeria in Italia gestita da personale autistico. Il primo ristorante viene aperto a Cassina de’ Pecchi (in provincia di Milano) nel 2021, un sogno che sembrava irrealizzabile. Il 2 aprile di quest’anno ha aperto a Monza. 350 posti a sedere. 25 i nuovi ragazzi assunti e coinvolti in percorsi di formazione e autonomia.
A Scampia gli aspiranti cuochi cucinano per i poveri. Un progetto laboratoriale e pre-professionalizzante per avviare ragazzi con difficoltà scolastiche a divenire veri cuochi. A proporlo da gennaio a Scampia (a Napoli) è la cooperativa lasalliana Occhi Aperti. Il corso offre, grazie alla presenza di persone competenti, la possibilità di imparare a stare in cucina, le regole base, l’igiene, la preparazione dei pasti. Sei i ragazzi selezionati. «Il cibo li attrae – spiega Pippo Ferrante, presidente della cooperativa – Molti non vanno bene a scuola, alcuni saranno bocciati, ma cucinare li affascina». Non solo. Per dare una maggior concretezza all’esperienza il corso diventa servizio. «Siamo stati ospitati in una cucina industriale presente sul territorio. Ai ragazzi proponiamo di cucinare per numeri significativi di persone. Bisogna mettere in campo energia, impegno e precisione. Il venerdì, dai padri Rogazionisti, prepariamo il pasto per 40 persone; il sabato invece presso la parrocchia Sant’Antonio di Padova lo cuciniamo per i poveri della Caritas». Così da laboratorio avviato per gioco l’esperienza sta divenendo vera palestra formativa. Il progetto è finanziato da Fondazione con il Sud e Fondazione Peppino Vismara in partenariato con la cooperativa doc di Torino per uno sviluppo sul fronte assunzione dei ragazzi coinvolti.
La quasilocanda di Villapizzone. Nella piazzetta del quartiere di Milano è rinato nel 2019 un ristorante solidale. A promuoverlo è la comunità formata da famiglie e gesuiti che abita nella vicina cascina. Si costituisce in una srl (società a responsabilità limitata) con amici che abitano in zona e recupera gli spazi abbandonati per una nuova socializzazione. 60 i coperti disponibili. Sempre aperto il locale: a disposizione la mattina per la colazione, a pranzo per studenti e lavoratori, il pomeriggio accogliente per giovanissimi studenti, la sera pronto per gli aperitivi per giovani e famiglie. È possibile lasciare un pasto “sospeso” e due volte a settimana è a disposizione un’educatrice. Si possono acquistare i prodotti del commercio equo e solidale e ascoltare presentazioni di libri. Il ritrovato spazio è stato volano per la riapertura di piccoli negozi e occasione preziosa per portare nel mondo dell’impresa un prezioso bagaglio di valori.