Anno 131 - Maggio 2019Scopri di più
La madre del Signore viene a me
Don Chino Biscontin
In ogni uomo e donna, che lo sappia o no, in mille e mille modalità diverse è presente la sete di Dio, e così coloro che incontriamo nelle nostre giornate sono simili a santa Elisabetta
L’attenzione ammirata e devota dei discepoli di Gesù alla sua Madre, la Madre del Messia e Figlio di Dio, si esprime vigorosamente già nei Vangeli, specialmente in Matteo, Luca e Giovanni. Le celebrazioni in onore della Madonna hanno trovato in Terra Santa la loro culla feconda, e in particolare in Gerusalemme. Queste celebrazioni erano ancorate a Chiese o Basiliche appositamente costruite.
Il santuario detto “Katisma” che voleva ricordare il riposo di Maria, incinta, prima di giungere a Betlemme; una chiesa costruita vicino alla Porta delle Pecore, a ridosso dei resti della Piscina di Betesda, dedicata alla sua nascita; un’altra ai piedi del Monte degli Ulivi, nella Valle del Cedron, per venerare la sua Tomba e infine una grande Basilica, chiamata Santa Maria la nuova, a ridosso della spianata del Tempio, per ricordare la sua presentazione e consacrazione. Dall’Oriente, gradatamente, le celebrazioni mariane giungono in Occidente. La festa della Visitazione di Maria arriva da Costantinopoli, dove si venerava il velo della Madonna, attraverso i francescani. Papa Urbano VI prima e poi papa Bonifacio IX la estesero a tutta la Chiesa.
Con la riforma liturgica del Concilio Vaticano II le celebrazioni della Madonna sono le seguenti. Tre solennità: Maria Madre di Dio, Immacolata concezione, Assunzione al cielo. Due feste: Natività di Maria, Visitazione a santa Elisabetta. Quest’ultima è stata fissata al 31 maggio (nella foto: la Visitazione del Pontormo, 1528, Carmignano PO) tra l’Annunciazione del Signore e la Nascita di Giovanni Battista, secondo il racconto di Luca. Seguono diverse celebrazioni (“memorie”) lungo l’anno liturgico.
Dal 1987 la Chiesa italiana si è dotata della versione delle “Messe della Beata Vergine Maria” e del relativo “Lezionario” consistente in ben 46 formulari di S. Messe che onorano la Madre di Dio. È un tesoro impagabile per la bellezza delle orazioni e dei prefazi, la sapiente scelta di brani biblici, le dense introduzioni sia alle Messe che alle Letture proclamate, tutte ispirate ai testi biblici e liturgici. Vi si legge: «La beata Vergine Maria, nella visita alla cugina Elisabetta, adombra il mistero della salvezza in cui Dio “ha visitato e redento il suo popolo”»; e al tempo stesso è «tipo» della Chiesa che, «sostenuta dai tuoi sacramenti, con la luce e la forza del tuo Spirito», visita l’umanità intera perché «riconosca nel Cristo il Salvatore».
In questa Messa la beata Vergine Maria è celebrata come:
- nuova Figlia di Sion che porta nel suo grembo («in mezzo a te») il Signore, Re d’Israele;
- arca della nuova alleanza che, concepito il Verbo, reca «alla casa di Elisabetta la salvezza e la gioia»;
- creatura nuova plasmata dallo Spirito Santo, la quale, «fecondata dalla rugiada celeste», diede al mondo il frutto apportatore della salvezza, Cristo Gesù;
- Madre di Dio, riconosciuta tale da Elisabetta, la madre del Precursore, «nel saluto profetico» da lei pronunciato «illuminata dallo Spirito»;
- Madre di Dio, che interamente si offre al mistero della redenzione;
- donna santa, che, dopo l’annunzio dell’Angelo e tutta dedita alla realizzazione dei beni della salvezza, magnifica Dio in un canto di lode traboccante di riconoscenza;
- donna santa che eccelle «nel premuroso gesto della sua carità» e giustamente è detta beata «per aver creduto alla salvezza promessa»;
- donna «alla cui umiltà Dio ha guardato e che tutte le generazioni esalteranno». Ma chi partecipa alla Messa di questa festa e riceve la Comunione diventa simile alla Vergine Santa della visitazione: riceve dentro di sé, nel segno del Pane consacrato, il Figlio di Dio.
Poiché in ogni uomo e donna, che lo sappiano o no, in mille e mille modalità diverse è presente la sete di Dio, coloro che incontriamo nelle nostre giornate sono simili a santa Elisabetta. Ci è affidato il compito missionario (papa Francesco) di far avvertire loro la presenza di Gesù!