Anno 132 - Gennaio 2020Scopri di più

Aderisci all'Associazione

La prova del nove

Don Livio Tonello, direttore

Chi non ricorda la scorciatoia appresa alle scuole elementari per verificare il risultato delle operazioni? La famosa prova del nove... metodo non infallibile, ma dalle buone probabilità di riscontro. Ci vorrebbe un metodo simile anche nella vita, capace di verificare la coerenza e la credibilità delle scelte.

È facile fare proclami e promettere, meno realizzarli. Ce ne accorgiamo nelle relazioni quotidiane che ci mettono alla prova. Da una parte diciamo che le persone sono fratelli e sorelle, dall’altra perfino i parenti stretti sono i primi a diventare estranei. E così si alzano muri e barriere che dividono e separano.

Abbiamo da poco ricordato il trentennale della caduta di quello di Berlino, simbolo di un’era che l’Europa si è lasciata alle spalle. Ma la parola “muro” continua a riecheggiare nella mente e nei fatti. Per uno che è caduto altri muri si sono costruiti: a tutt’oggi sono settanta e altri sono in via di realizzazione.

Non viene meno l’istinto umano a difendersi e a preservarsi precludendo il passaggio e l’incontro. Quasi la vita non fosse altro che storia di barriere, parafrasando il verso poetico di Montale «in questo seguitare una muraglia / che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia» (Meriggiare pallido e assorto).

Perché soffermarsi su questi pensieri all’inizio di un nuovo anno? Non è sufficiente lasciarsi alle spalle le miserie dei mesi precedenti, girando la pagina di un calendario. Ciò che va oltrepassato sono barriere e steccati che dividono e che precludono l’incontro e la relazione.

L’invito viene dalle numerose ricorrenze di questo primo mese dell’anno: la giornata per la pace (1 gennaio) per non dimenticare il valore della fraternità universale; la giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei (17 gennaio); la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio) per ridurre la distanza che ci separa dai fratelli nella fede.

E ancora, la giornata per i malati di lebbra (il 26) perché anche la malattia divide e allontana; la giornata della memoria dedicata alle vittime della Shoah (il 27) per non dimenticare lo sterminio subìto dagli ebrei, nostri fratelli maggiori. Tutti possiamo fare qualcosa per superare le divisioni, anche solo create da quei muri mentali a cui si riferisce il cantautore genovese Ivano Fossati: “noi che abbiamo nella testa un maledetto muro” (La musica che gira intorno), un muro che non ci fa aprire la mente alla diversità. A partire dalla famiglia, dal vicinato, dai rapporti quotidiani.

Facciamo la prova del nove con le nostre amicizie, relazioni, altruismi. Si moltiplicano le possibilità di comunicare, ma ci dividono le idee; si aggiungono strumenti tecnologici, ma si sottrae tempo al dialogo. Le operazioni richieste non sono quelle matematiche, bensì quelle etiche e umane: moltiplicare il bene, sommare la solidarietà, sottrarre la precomprensione, condividere i beni spirituali e materiali. Facciamo la prova del nove aggiungendo ai segni aritmetici i nostri valori, i limiti, le potenzialità, le chiusure.

Avremo il risultato di chi siamo e la riprova se la coerenza è di casa. Che sia un anno sereno per tutti in cui le operazioni risultano positive e i conti tornano.