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L’effetto Zeigarnik e l’eterno ritornello

Elide Siviero

«Sarà capitato anche a voi di avere una musica in testa...». Era la sigla di un programma televisivo di quand’ero bambina. Sta di fatto che oggi è una di quelle giornate in cui un motivetto, che neanche mi piace, continua a ronzarmi nel cervello. Si è conficcato in testa come un tarlo e da lì si fa sentire con una certa frequenza.

Ho scoperto il metodo per liberarsi da questo disturbo: paradossalmente, un buon rimedio consiste nell’ascoltare il brano incriminato per intero. Infatti, secondo alcuni esperti, quando la mente non ricorda come prosegue una canzone, riavvolge il nastro fino alla parte che conosciamo, continuando a ripetersi. Avviene per il cosiddetto effetto Zeigarnik, dal nome della psicologa lituana Bluma Zeigarnik che ha scoperto che ricordiamo le azioni incompiute o interrotte con maggior facilità rispetto a quelle completate, attraverso un funzionamento della nostra memoria, per la tensione che ci procura aver lasciato in sospeso delle esperienze nella nostra vita. (continua)


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