Anno 134 - Maggio 2022Scopri di più

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L’erba del vicino

Don Livio Tonello, direttore

Prati e giardini a primavera riacquistano colore e vitalità. Dopo i rigori dell’inverno che hanno pareggiato le erbe del campo e reso spoglia la natura, colori e profumi dilettano gli occhi e allietano i cuori. Quanti balconi fioriti e giardini ben curati sui quali gli sguardi si soffermano con piacere! È una piccola gara spontanea a rendere più bella e ornata la propria dimora.

Legittima soddisfazione con una punta di orgoglio non sempre celato. La sana competizione è salutare: permette di evolversi, di migliorare. Ma se nel peggiore dei casi diventasse invidia? Perché come si dice l’erba del vicino è sempre più verde. La proverbiale espressione si presta a più interpretazioni. Penso alla poca stima in se stessi per cui sembra che gli altri siano migliori.

Penso al senso di rivalità che nasce nel voler primeggiare sulle persone. Penso ancora all’insana incapacità di apprezzare il bene che vediamo accanto. Spesso si fa di tutto per non riconoscerlo; e si denigra l’altro per non stimare quanto di bello e di buono ci ruota attorno. E se questo accade anche in contesti più ampi sono guai seri. Viene spontaneo il confronto con le tensioni tra stati confinanti; le rivalità che nascono per brama di potere, per interessi economici, per affermare la propria supremazia culturale e strategica. In questi casi l’erba del vicino non è solo più verde ma anche più invitante, più stuzzicante.

E il vicino non è più tale: diventa concorrente, avversario e infine nemico. È storia di tutti i giorni e di ogni popolo. Purtroppo! Le umili erbe del prato non gareggiano tra loro. Solo quelle infestanti invadono lo spazio altrui e soffocano. Sfortunatamente non abbiamo un giardiniere unico che possa occuparsi del pianeta per mettere ordine e far posto a tutti. Sarebbe logico, perché la varietà delle piante lo arricchisce e lo rende un piccolo eden. In realtà, il “giardiniere divino” ha deciso di affidare la sua creazione ai suoi figli perché la coltivassero e la custodissero.

Questi, però, guardandosi attorno si sono accorti che c’era altra erba, e forse anche più verde della propria, che poteva essere conquistata. “E quando gli elefanti lottano è l’erba che soffre” – annota il famoso proverbio africano. Ma una soluzione possiamo trovarla: se il tuo giardino è più florido del mio, forse devo metterci più cura; se è più rigoglioso, forse devo innaffiarlo di più; se ci sono piante più lussureggianti, dimmi come posso fare... Sono tanti i modi per rendere l’eden umano luogo di pace e serenità e compiacersi insieme al giardiniere divino che fin dall’inizio «vide che era cosa buona» (Gen. 1,12). «Perché è Dio che nei prati fiorisce, / si espande, dilaga e poi torna a fiorire. / Questo solo è peccato, / origine di ogni altro errare / il non aver saputo che la terra è di Dio / che egli è nel cuore delle cerve / e sotto le ali delle rondini» (p. David Turoldo).