Anno 135 - Dicembre 2023Scopri di più
L’Immacolata del Rinaldi
Alfredo Pescante
Merita d’essere ammirata in serenità, pregandole accanto, la Madonna in lignea statua che si offre al fedele, avvolta di luce, nella chiesetta della Confraternita di sant’Antonio, a destra del sagrato della Basilica! E soprattutto fissarne il delicato volto, ingentilito d’occhi celesti e d’una fossetta sul mento, che ispira tenerezza e che la spinge a guardar verso i devoti accogliendone le richieste. E poi quelle mani delicatamente composte sul petto! Ci messaggia un sincero afflato religioso tale scultura, opera del padovano Rinaldo Rinaldi (1793 - Roma 1873), nato in via Rudena, di fronte alla Basilica.
Facile titolarla “Immacolata”: per l’argentea corona di dodici stelle che ne cinge il capo, stelle che trapuntano anche la calotta del tempietto divisa in quattro parti con dodici stelle ciascuna, per la bianca veste svolazzante ricoperta di manto azzurro, ambedue ornati di delicati fiori e disegni e per la luna d’argento su cui ella morbido posa il piede sinistro e col destro calpesta il serpente maligno. La sublime Creatura alloggia entro un tronetto dorato, che padre Vergilio Gamboso chiama “noioso tabernacolo neogotico di pretto gusto rococò”.
Molti invece l’apprezzano nell’articolata composizione finemente dipinta: quattro colonnine tortili, otto pinnacoli e una piramide, giochi di cerchi e composizioni geometrico-floreali, pezzi di bravura di un aiuto. Lo scultore, che proveniva da famiglia d’artisti (papà Domenico, fratelli Vincenzo, Antonio, Bartolomeo, Agostino), si recò presto a Roma a lavorare con Antonio Canova, producendo decine d’opere, specie in marmo. Al santuario dell’Arcella lasciò, giovanissimo, l’effigie di sant’Antonio morente (scolpita in pietra di Nanto) e altre in città.
Quando fu realizzata questa? Nel 1866. La “Pia Unione Macellai” di Padova contribuì così a riparare il sacrilego atto del danneggiamento all’immagine della Vergine (da sempre loro Patrona) collocata nel Palazzo della Ragione. Da allora, l’8 dicembre d’ogni anno, orgogliosi nelle loro divise color cielo, i Macellai trasportano in processione, all’interno della Basilica, il simulacro mariano posto sulla carretta.