Anno 135 - Gennaio 2023Scopri di più
Lo sguardo della Madonna Mora
Alfredo Pescante
È l’icona mariana della Basilica di Sant’Antonio più ammirata da fedeli e visitatori perché condensa i titoli della Vergine cari al Taumaturgo. Il di più di questa antica statua in pietra colombina dipinta (1396), opera del francese Rinaldino di Puy-L’Eveque, è offerto: dalla constatazione che fino a pochi anni fa l’incarnato della Vergine e del Bimbo appariva di color nero; dalla collocazione nella chiesa ove il Santo celebrò Messa, pregò, assolse i penitenti, predicò e volle essere sepolto; la si può ammirare da vicino, cogliendone la bellezza, le ricche e dorate vesti rosa e azzurro, le brillanti scarpette a punta, la corona e lo scettro in rame dorato; la si può pregare, confortati dal dolce suo sguardo. Il pomeriggio antecedente la stesura di queste note abbiam rivisitata l’aula ove questa preziosità è esposta: la cappella della Madonna Mora, dal 1229 chiamata “Sancta Maria Mater Domini”, cioè “Santa Maria Madre del Signore”. E come sempre, benché lo sguardo posi sul suo viso, mai ci accorgemmo a chi sorridesse! Mentre Gesù, benedicendolo, fissa gli occhi sul fedele che s’inginocchia, la Vergine mostra lieta il Redentore e saluta chi sta varcando l’arco d’uscita dalla cappella, quasi invitandolo a ritornare. Ricca di storia è…
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