Anno 134 - Settembre 2022Scopri di più
Madre e bimbo tra vita e libertà
Fratel MichaelDavide Semeraro
Nei giorni scorsi sono stata molto in apprensione per mia figlia al quinto mese di gravidanza. Sembrava fossero sorte delle complicazioni serie, ma poi per fortuna tutto è rientrato e si procede nella normalità. Non posso che affidarmi alla preghiera in attesa di accogliere la mia prima nipote. Vedo mia figlia molto serena e fiduciosa e dinanzi a una possibile ipotesi di aborto l’ho sentita decisa a tutto per accogliere la nascitura. Non così invece altre persone che in questi giorni si sono avvicinate a noi: dagli amici e parenti al personale sanitario, che hanno sfoderato la possibilità dell’aborto con molta leggerezza e naturalezza. Nella discussione che si è riaccesa in questi giorni nel mondo, il più equilibrato sembra essere papa Francesco che - a mio avviso - va al centro del problema: «È giusto affidarsi a un sicario per eliminare un’altra vita?». Ovviamente le motivazioni di chi sceglie l’aborto sono tante e delicatissime, ma - mi chiedo - perché non far valere il diritto del nascituro al pari del diritto della madre?
L.B. (Lucca)
Prima di tutto mi unisco alla sua preghiera e alla sua speranza che tutto vada per il meglio nella gravidanza di sua figlia e che possiate celebrare con gioia la nuova nascita. Il problema dell’aborto è molto ampio e difficilmente circoscrivibile in modo chiaro e netto per tutte le situazioni e in tutte le parti del mondo. Nondimeno, una cosa è certa: ogni diritto deve ricordarsi dei propri doveri. Ciò che è dannoso è pensare esclusivamente ai “diritti acquisiti” senza ricordarsi sempre anche dei “doveri condivisi”: ogni volta che si pensa a una madre bisogna pensare al bambino e ogni volta che si pensa a un bambino bisogna pensare alla madre! ... E pensare al bambino e alla madre dovrebbe anche voler dire che accanto vi è la presenza di un padre!