Anno 135 - Aprile 2023Scopri di più
Nel Getsemani
Chiara Bertoglio
È terminata l’Ultima Cena. Nel recitativo che riprende la narrazione Bach ha cura di sottolineare la parola Lobgesang, “canto di lode”: si tratta infatti dell’unico passo del Vangelo (ripreso anche da Marco) in cui sappiamo che Gesù canta. E indubbiamente un musicista come Bach non poteva essere indifferente a questo accenno. Gesù e i discepoli si recano nel Getsemani, e il Signore chiede ai suoi amici di fargli compagnia mentre egli veglia e prega: la parola bete (“prego”) è cantata dal Cristo su una nota lunga, evidenziando che si tratta di una preghiera prolungata e intensa; le armonie sono dolorose e sulla parola Tod (morte) abbiamo una nota molto bassa e grave, davvero dal profondo del dolore. La richiesta di Gesù ai discepoli (“vegliate”) è cantata senza l’accompagnamento degli archi che, come abbiamo visto nei precedenti articoli, normalmente circondano la voce di Cristo fornendole una sorta di “aureola musicale”. Vedremo in un articolo seguente il momento più sconvolgente della Passione e la scelta di Bach di “spogliare”, per così dire, il Cristo della sua divinità in un’occasione particolare; ma anche nel Getsemani l’esperienza dell’abbandono e dell’assunzione del peccato sembra lasciare Cristo privo di quella regalità che il suono degli archi…
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