Anno 133 - Giugno 2021Scopri di più
Ogni goccia di sangue vale una vita
Rosabianca Guglielmi
Nel corpo umano scorrono dai 4 ai 6 litri di sangue. Il sangue è un tessuto liquido composto da plasma (55%), che è costituito prevalentemente da acqua in cui sono disciolti sali minerali e proteine, e da elementi corpuscolati (45%) che si dividono in globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. I globuli rossi sono le cellule più numerose del sangue, trasportano l’ossigeno ai tessuti dell’organismo mediante l’emoglobina e ne rimuovono l’anidride carbonica.
I globuli bianchi sono parte del sistema immunitario: aiutano a combattere le infezioni di virus, batteri, funghi e producono anticorpi. Le piastrine, infine, sono importanti per fermare la perdita di sangue dalle ferite: a tale scopo esse si aggregano tra loro promuovendo la coagulazione.
Il sangue svolge numerose e importanti funzioni: oltre a quelle esercitate dai globuli rossi e bianchi, già elencate, trasporta sostanze nutritive (amminoacidi, zuccheri, sali minerali), rimuove i prodotti di scarto che verranno eliminati attraverso i reni, trasporta ormoni, enzimi e vitamine. Per controllare il numero delle cellule nel sangue si usa l’emocromo, i cui parametri fondamentali sono per i globuli rossi: 4.500.000-5.000.000 per millimetro cubo, per i globuli bianchi: 4.000-8.000 per millimetro cubo, per le piastrine: 200.000-300.000 per millimetro cubo.
Altri valori rilevati dall’emocromo sono: l’ematocrito (che rappresenta la percentuale di volume del sangue che è occupato dai globuli rossi) che varia da 40 a 50%, e l’MCV (volume medio dei globuli rossi) che varia da 80 a 90 micron cubi. Da qualche decennio è possibile raccogliere in assoluta sicurezza il sangue in un contenitore nel quale è presente un liquido che ne impedisce la coagulazione e così conservarlo per essere utilizzato nei casi di bisogno.
Esistono infatti malattie e particolari condizioni in cui il sangue è un vero e proprio farmaco salvavita. Nei casi di malattie del sangue, come tumori, leucemie o emofilia, nei casi di gravi incidenti o di operazioni chirurgiche e trapianti d’organo il sangue è insostituibile. In linea generale le trasfusioni di sangue devono essere effettuate solo quando sussiste una precisa indicazione e non siano sostituibili con trattamenti farmacologici.
Si tratta infatti di una procedura molto delicata, in quanto il sistema immunitario reagisce alla presenza di sangue che non riconosce come proprio mediante la produzione di anticorpi che possono legarsi a particolari antigeni. Questa reazione può causare l’agglutinazione dei globuli rossi e la loro distruzione: si chiama tecnicamente “reazione trasfusionale” (o da incompatibilità AB0).
È dunque fondamentale che, in caso di trasfusione, il sangue del donatore e quello del ricevente siano compatibili. Il gruppo sanguigno è una componente ereditaria e si identifica grazie agli antigeni, che sono delle molecole presenti sulla superficie dei globuli rossi. Nel plasma si possono inoltre rilevare gli anticorpi contro gli antigeni che non sono presenti sui globuli rossi di un individuo. Gli antigeni sono definiti dalle lettere A e B o dal numero 0.
Le possibili combinazioni sono: Gruppo A: sono presenti l’antigene A sui globuli rossi e gli anticorpi IgM anti-antigene B nel plasma, per cui le persone con questo gruppo possono ricevere globuli rossi di gruppo A e 0. Gruppo B: queste persone hanno l’antigene B sui globuli rossi e gli anticorpi IgM anti-antigene A nel plasma, per cui possono ricevere globuli rossi di gruppo B e 0.
Gruppo AB: sono presenti sia l’antigene A sia l’antigene B sui globuli rossi e nel plasma non hanno alcun anticorpo, per cui sono riceventi universali, in quanto possono essere trasfusi con globuli rossi di gruppo A, B, AB e 0. Gruppo 0: i soggetti con gruppo sanguigno 0 non hanno alcun antigene sui globuli rossi e nel plasma hanno gli anticorpi IgM antiantigene A e antiantigene B. I soggetti con gruppo 0 possono ricevere sangue solo di gruppo 0, mentre possono donare a tutti i gruppi (donatori universali).
A questi si aggiunge il cosiddetto fattore Rh (Rhesus D) che può essere presente o meno sulla superficie dei globuli rossi (Rh+ o Rh-): i soggetti con fattore Rh- possono ricevere sangue solo da soggetti con fattore Rh-, perché la trasfusione di sangue Rh+ può indurre la produzione di anticorpi anti-Rh; mentre i soggetti con Rh+ possono ricevere sangue Rh+ e negativo.