Anno 134 - Luglio-Agosto 2022Scopri di più
Origine e dinamiche dell’odio
Monica Cornali
Oggi il concetto di odio ci appare piuttosto semplice: indica inimicizia estrema, forte antipatia o avversione, disprezzo, fuga, attacco. Eppure, la sua apparente ovvietà è ingannevole, dato che l’odio abbonda di significati e si sviluppa dal sovrapporsi di elementi cognitivi, affettivi, culturali e di gruppo in rapporti difficili e conflittuali fra loro. Dal punto di vista psicologico l’odio è definito come una risoluta ostilità accompagnata da rifiuto, ripugnanza e talvolta da desiderio di nuocere o distruggere uno specifico oggetto, che può essere anche il proprio Sé o la vita medesima. Assistiamo a diversi tipi e modi di odiare: vi è “l’odio freddo”, che ha disgusto per gli altri e li tiene a distanza in quanto diversi, se non anche repellenti. Rientrano qui i pregiudizi razziali o le espressioni come: «tu non sei italiano come me e certe cose non le puoi capire». “L’odio caldo” invece è pieno di rabbia, tende ad aggredire l’oggetto odiato oppure pieno di paura fugge dagli altri, percepiti come dannosi. Esempi sono un improvviso scatto d’ira verso chi ci ha spaventato comparendoci improvvisamente da dietro le spalle oppure il meccanismo assai frequente della “collera della strada": quando un automobilista si comporta in modo altamente aggressivo nei…
Leggi tutto