Anno 131 - Settembre 2019Scopri di più
Per chi suona la campana?
Don Livio Tonello, direttore
In Italia e in molte parti del mondo a settembre c’è una campanella che suona. Segna l’inizio della scuola. Nell’altro emisfero suonerà ugualmente, ma per sancire l’inizio delle vacanze. C’è sempre una campana che suona, grande o piccola. Ha il compito di avvisare, segnalare, invitare. Ci sono familiari il suono delle campane del paese, lo scampanellio dell’ultimo giro di pista, i rintocchi della torre civica. Oggi altri suoni scandiscono il tempo, ma permane il bisogno del richiamo e dell’avviso. Lungo il cammino medievale della via francigena, all’imbrunire risuonavano i rintocchi della “smarrita”, la campana che segnalava la vicinanza dell’ospizio a chi era ancora per via. Lo scampanio che risuona tra le vallate montane o nelle pianure invernali ammantate di nebbia è ancora oggi segno di festa, di vittoria, di mobilitazione. Ma ha ancora gli stessi effetti? In verità la voce del campanile sembra sortirne pochi. Segnali sonori e allarmi riempiono le città, rumori di fondo di una vita intensa e frenetica ai quali ci si abitua. Ogni segnale porta un messaggio, richiama un evento, riconduce a un impegno. Nessuno è legge a se stesso. Nell’etere risuonano inviti e proclami in abbondanza. Annunci molteplici da discernere perché non tutti indicano la…
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