Anno 135 - Luglio-Agosto 2023Scopri di più
Prendersi la briga è partire in fretta
Gabriele Pedrina
Hanno sempre l’aria esasperata gli adulti quando arrivano a dirvi: «Dai, sbrigati!». Sono tutti presi da una fretta che faticate a capire, o forse capite fin troppo bene quando sembra la stessa di un boia che ha voglia di finire il suo lavoro con voi e di andare a casa. Tutto si gioca tra quello che state facendo e quello che c’è da fare dopo. Può essere che in quel dopo ci sia la cosa più odiosa che vi sia mai stato chiesto di fare, o per lo meno così vi sembra in quel momento, come accompagnare la mamma a far la spesa o salire in casa a fare i compiti.
Magari la cosa non è odiosa in sé, è che la chiacchiera con l’amica al telefono o il sempre ultimo giro con il nuovo gioco sulla play sono infinitamente più interessanti di andare a trovare la zia. C’è poi il caso particolare, quando aspettate da una vita quello che deve venire dopo, ma vi attardate a fare altro. L’esempio classico è la mega festa a cui papà sta per accompagnarvi e voi che non la finite di truccarvi o che continuate a chattare con gli amici senza mai finire di prepararvi.
E non lo fate perché vi piace farvi aspettare e siete gente che alza le spalle quando vi brontolano perché siete sempre gli ultimi ad arrivare. Lo fate perché non riuscite a “sbrigarvi”. E qui viene tutta la bellezza di questa parola. Qualche volta vi avranno fatto i complimenti perché vi siete presi la “briga” di risolvere una questione. Le cose “brigose” sono quelle impasticciate, dove non te la cavi con poco, che sai quando inizi ma non come e quando finisci. Quando ti prendi la briga di fare una cosa non è sufficiente farla, come portare su in cucina la spesa dal garage o rimettere a posto la cameretta. Bisogna pensarci, provare e riprovare.
Spesso tocca mettersi d’accordo con qualcuno o convincerlo. Serve attenzione, cura, saperlo fare o imparare a farlo e poi si deve essere pronti all’insuccesso perché non sempre le cose brigose si risolvono. Ma il pericolo maggiore di una tale faccenda è che ci restiate imprigionati dentro come quando vi infilate in un cespuglio di rovi. Che so? Volete provare a far fare pace a due amici? È un attimo che i due vi sentano alleati con l’altro o insensibili per l’offesa che hanno ricevuto e invece che acquietare gli animi li inasprite. Quindi state lì a pensare a tutte le possibili mosse, i pericoli che si nascondono e le ritorsioni che potreste subire.
Ebbene quando vi si dice “sbrigati” non è un invito a rinunciare, ma a liberarvi dalla parte appiccicosa della faccenda, a stare sul pezzo con intelligenza senza permettere che vi imprigioni. A quei due amici che litigano parlate chiaro, ricordate cosa è importante per un’amicizia e aspettateli oltre, perché il bello verrà dopo che avran fatto pace, non durante. Se vi dicono: “Muoviti”, vuol dire che siete fermi, non siete presi da nulla e nulla vi attrae. Ma se vi dicono “Sbrigati”, significa che siete presi da qualcosa, c’è qualcosa che vi sta occupando cuore e mente, ma non è più tempo di farsi prendere dai timori, le incertezze, le complicazioni che vi insinua; dovete andare oltre: è tempo di mettere giù la matita per gli occhi, di mettere il telefonino in tasca e di andare alla festa.
Sono arrivato a parlarvi di questo perché mi sono imbattuto nel titolo della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, quella che si tiene a Lisbona in agosto: “Maria si alzò e andò in fretta”. Sono parole del vangelo che dicono cosa fece Maria dopo aver accettato che nella sua pancia crescesse il piccolo Gesù. Se fosse rimasta a casa a riflettere su quella “briga” che si era presa, alle possibili conseguenze e a come uscirne senza troppi danni, l’avrei capita. E invece Maria piglia e va da Elisabetta, come se dicesse: «Gli ho detto che mi andava bene di portare Dio più vicino agli uomini? Ok, cominciamo da mia cugina Elisabetta che ne ha proprio bisogno». Questo è sbrigarsi!
E se per caso siete ancora lì a pensare se accettare o meno l’invito di andare a Lisbona, che da una parte vi attira, ma dall’altra non sapete come fare a dirlo in casa, o temete che poi non vi piaccia o quello che penseranno certi amici, allora sì, lo dico proprio a voi «Sbrigatevi!» perché, vi assicuro: di quello che adesso sono impicci dopo non resterà nulla; dopo, quando vi troverete... a “galleggiare sopra un mare di energia e di anime felici”.