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Raccogliere il centuplo

Fratel MichaelDavide Semeraro

Ho ascoltato le parole di Gesù riportate nel vangelo di Marco «non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto...» e subito le ho messe in rapporto con la situazione del mio parroco che le stava proclamando dall’altare: un prete dal cuore d’oro, sempre pronto a donarsi agli altri, costretto negli ultimi anni a limitare il suo servizio perché colpito da un tumore devastante. Come posso leggere la malattia - di quest’uomo come pure di tante altre persone - all’interno di quel centuplo? B.F. (Catania) La malattia fa parte del cammino della vita di ogni uomo e di ogni donna: siamo mortali e quindi vulnerabili, tra le altre cose, anche alla malattia. La parola del Vangelo non va intesa in termini di punizione o di premio, e meno ancora in termini di risarcimento o di danno. Il centuplo riguarda la maturazione nel dono di sé tanto da avere uno sguardo sulla vita in tutte le situazioni pieno di gratitudine, di bontà e di ammirazione. In questo senso il suo parroco dal…

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