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Risorti non disincarnati

Don Livio Tonello, direttore

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E se Gesù ritorna al Padre, dopo aver vinto la morte, non perde la memoria della realtà di questo mondo. Con la sua risurrezione rivela la fedeltà di Dio che non abbandona chi confida in Lui; porta a compimento l’opera d’amore che vince il male. Patendolo e assumendolo spezza la catena iniqua che reclama di rispondere alla violenza con la violenza, alla morte con la morte, al torto subìto con la vendetta. Gesù, Parola di Dio, è una parola pratica che non torna al Padre senza aver prima operato ciò che desidera (cf. Is 55,10-11).

E ciò che Dio ha desiderato per l’umanità è stata la riconciliazione e la fraternità. Gesù risorto porta con sé le ferite impresse nella sua carne; mantiene la memoria delle sofferenze patite; contiene in sé la compassione per le tante miserie incontrate... e ciò che viene assunto è ciò che è redento. È così che la vita di fede ne viene fecondata: germoglia e cresce quando si lascia permeare dalla storia e accetta la sfida di impegnarsi per l’umanizzazione del mondo. Mettere in risalto la relazione tra fede cristiana e impegno nella trasformazione della storia significa fare in modo che la storia diventi un vero e proprio “luogo teologico”, luogo della incarnazione.

La vita sociale si trasforma quando il credente mette in gioco il suo destino di uomo e la sua fede nel Signore che agisce nella storia, partecipando alla difesa della vita e della dignità umana. I cristiani vivono la vita nella fede del Signore morto e risorto. Condividono la gioiosa speranza che fuoriesce dal sepolcro. Non per essere distaccati dalla realtà del mondo, non per eludere la vita terrena, pur orientati a una prospettiva gloriosa. Sarà nella realtà del vivere terreno che la forza della risurrezione feconderà le azioni, i progetti, i sogni, gli ideali trasfigurandoli. Mai il cristiano deve sentirsi disincarnato in nome della futilità delle realtà terrene, nemmeno quando sono pregne di male.

Il corpo glorioso del risorto continua a portare i segni della passione. Sono segni impressi per sempre nella carne divina per ricordare che anche le ferite più profonde guariranno, che il sangue versato non lo sarà invano. Un augurio di santa Pasqua a tutte e a tutti.