Anno 132 - Marzo 2020Scopri di più
Scuola e famiglia: dialogo tra sordi
a cura della Redazione
Ho due figli di 9 e 11 anni e quindi da alcuni anni frequento l’ambiente scolastico. Personalmente non mi sono mai scontrato con gli insegnanti: li ho trovati sempre ben disposti e anche desiderosi, chi più o chi meno, di far crescere in cultura, ma anche in maturazione personale i loro studenti. Invece, ho notato che la maggioranza dei genitori sembra ritenere la scuola non un luogo in cui si collabora con la famiglia per far diventare grandi i giovani, ma un posto dove si è costretti a portare i figli, e gli insegnanti vengono giudicati al pari di persone che vogliono rovinare le giornate, soprattutto i fine settimana delle famiglie. Ma i genitori non sono responsabili anche davanti a Dio dei giovani che mettono al mondo?
B.S. (Venezia)
Non essendo genitore rispondo alla sua domanda in punta di piedi per evitare di “pontificare” su argomenti che non conosco in prima persona. Mi sembra di poter dire che i genitori per il dono di aver dato la vita ai loro figli sono i primi responsabili e collaboratori della loro crescita in tutte le dimensioni dell’esistenza. In questo servizio alla crescita è necessario creare alleanze educative che esigono una maturità e una disponibilità che talora si scontrano con lo stress di una vita spesso frenetica e affaticata.
Certo per i ragazzi è importante sentire una sintonia educativa per essere aiutati a crescere e a impegnarsi. Se gli adulti – in particolare genitori e insegnanti – si contrappongono e non si stimano, per i giovani è più difficile lasciarsi orientare in una vita che ha bisogno anche di rigore per diventare un’opera d’arte unica e bella. Non c’è che da augurarsi che genitori ed educatori siano in grado di ritrovare sempre una sintonia per il bene dei più giovani: la sintonia degli adulti crea la fiducia e la responsabilità dei ragazzi.