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Senti? C’è qualcosa di nuovo nell’aria

Gabriele Pedrina

speranza

Hope. Senti come suona questa parola? Non leggerla e basta, pronunciala: “Hope”. Non si fa sentire da subito; devi attivare il diaframma, spingere il fiato nel silenzio e poi, quasi una magia, affiora una “o”, che sa da spirito dei boschi che spunta fuori per incanto. E poi il suono si allunga, quasi non volesse più fermarsi; invece si carica e si libera in una dolce esplosione, come un colpo di pistola gentile al via di una gara, di una corsa che, partita, potrà fermarsi solo al suo arrivo.

Può esserci un suono, una parola più bella per dire “speranza”? Anche quella italiana non è male; lei funziona all’incontrario: prima c’è un piccolo innesco, il botto e poi questa onda che s’allarga e si spinge avanti. Dilla e ascoltati: “speranza”. Delle due, comunque, preferisco quella inglese... (continua)


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