Anno 131 - Maggio 2019Scopri di più
Siamo appena all’inizio
a cura della Redazione
Papa Francesco ci ha abituati a riscoprire la bellezza della misericordia: quella di Dio verso noi peccatori e quella che dovremmo usare noi verso quanti incontriamo e magari ci fanno soffrire. Eppure, ascoltando le letture tratte dall’Antico Testamento compaiono parole e gesti di un Dio niente affatto misericordioso verso i suoi fedeli e verso i suoi nemici. Perché nei secoli Dio ha avuto questi diversi atteggiamenti verso gli uomini e perché nella Messa si continua a leggere l’Antico Testamento che spesso è in antitesi con il Vangelo?
N.T. (Roma)
Non è Dio a essere cambiato, ma è la nostra intelligenza del suo mistero che è cresciuta. Il Signore Gesù è venuto in mezzo a noi per portare a compimento il lungo cammino di conoscenza di Dio attraverso la sua parola e i suoi gesti che ci hanno rivelato il volto mite e misericordioso del Padre di tutti. Al cuore della nostra umanità portiamo un bisogno di forza e un istinto di violenza che abbiamo proiettato sulle divinità e che troviamo persino nelle Scritture. Proprio la lettura di questi testi alla luce del Vangelo ci permette di cogliere il cammino non solo che si è fatto nella storia, ma che ciascuno di noi deve fare interiormente per aprirsi sempre di più alla misericordia, al perdono e alla mitezza. Come ebbe a dire papa Giovanni XXIII sul letto di morte: «Abbiamo appena iniziato a comprendere il messaggio del Vangelo». È un cammino esigente, ma entusiasmante.