Anno 133 - Novembre 2021Scopri di più
Su invito di papa Leone XIII Sant’Antonio “ritorna” in Francia!
a cura della Redazione
A volte nel cuore di una persona nascono progetti e sogni che attendono solo il momento favorevole per fiorire. Può bastare un incontro, una parola, un gesto e tutto quello che prima faceva fatica a trovare la giusta direzione ora prende forma con slancio e vigore. È quanto successo a don Antonio Locatelli, sacerdote della diocesi di Padova, che nel 1881 ebbe l’opportunità di essere accolto in udienza da papa Leone XIII e ne uscì trasformato. Ma andiamo con ordine.
Nato il 22 novembre 1839 a Padova, il Locatelli fu subito battezzato in casa per “pericolo imminente di morte” e ricevette il nome di Antonio in onore del nonno paterno. Nonostante la salute precaria giunse a completare con profitto gli studi e fu ordinato sacerdote nel 1863. Dopo due anni a Venezia in qualità di segretario del cardinale Giuseppe Trevisanato, la laurea in Teologia e gli anni di insegnamento presso il seminario di Verona, ritorna alle sue ricerche d’archivio per le quali intraprende viaggi a Roma, in Germania, in Spagna e nella vicina Francia.
Una conoscenza profonda della comunità cristiana del suo tempo gli suggerì d’impegnarsi nel settore della cultura religiosa. Ma in che modo e con quali iniziative, in una società che andava via via trasformandosi politicamente e religiosamente? Il 18 ottobre 1881 don Antonio ha l’opportunità di accompagnare un gruppo di fedeli padovani in udienza privata da papa Leone XIII in Vaticano. Le parole del Pontefice restano memorabili: «Voi, padovani, avete un grande Santo, ma non è solamente vostro. Guardate lontano: devoti di sant’Antonio ce ne sono ovunque, fino ai piú remoti angoli della terra. Sant’Antonio è il santo di tutto il mondo».
Ecco allora che pensando alle virtù proprie del Taumaturgo, don Locatelli trova la risposta ai suoi quesiti: apre in via Cappelli la Tipografia Antoniana (1886) e, allo scopo di collegare i devoti del Santo di tutto il mondo, fonda l’Associazione Universale di Sant’Antonio. Un anno dopo dà inizio all’Opera del Pane dei Poveri e nel 1888 alla rivista “Il Santo dei Miracoli”. Intraprende un’intensa attività di divulgatore della parola e della bontà del Santo.
Facendo propria l’esortazione di Leone XIII, don Locatelli varca i confini dell’Italia per recarsi a Versailles memore che anche sant’Antonio era stato inviato in terra francese (a Tolosa, Montpellier, Limoges e ad Arles) per animare con la predicazione del Vangelo genti e paesi spesso confusi dai dilaganti movimenti ereticali del tempo e dalla decadenza morale di alcuni esponenti della Chiesa. A Versailles il Locatelli incontra il Vescovo locale e lo incoraggia a costruire un luogo di culto dedicato al Santo facendo una donazione di 10.000 franchi, subito utilizzata per la costruzione di una piccola cappella (di 130 posti) nel territorio di Le Chesnay-Rocquencourt.
Vi fu portata una reliquia del Santo e il Locatelli donò di una bella statua (tutt’ora presente). Presto affluirono pellegrini e donatori e la somma necessaria per la costruzione della maestosa chiesa fu così raccolta in un tempo particolarmente breve; infatti nel 1897 fu posta la prima pietra e solamente 3 anni dopo, nel 1900 vi fu la benedizione (seguirà poi il completamento del campanile). Nelle sue memorie il canonico Charles Boissis, curato della comunità, rilevando questa celerità volle vedervi l’intervento diretto del Santo.
La Chiesa di Saint-Antoine a Le Chesnay-Rocquencourt è opera dell’architetto Leyendecker e si presenta in uno stile neogotico, con il campanile di 60 metri che domina l’intera pianura. Uno dei motivi di attrazione di questo edificio è costituito dall’insieme di vetrate istoriate realizzate dal prestigioso atelier Charles Lorin di Chartres. Dalla prima campata al coro vengono raccontati i fatti principali della vita di Sant’Antonio da Padova.
Queste splendide vetrate (molte delle quali riprodotte nel calendario allegato) vengono così ad assumere una duplice funzione: donano luminosità a un edificio sacro che per la particolare conformazione architettonica risulterebbe altrimenti buio e lasciano fluire questa luce proprio attraverso l’immagine del Santo. Egli stesso, quindi, risulta colui che dona luce di santità e di protezione sui nostri passi.
Ed è con questa immagine, cari lettori e aderenti tutti, che vi rivolgiamo il nostro più cordiale augurio di buon anno 2022: dentro alle incertezze e ai giorni bui che stiamo vivendo a causa della pandemia, e non solo, siamo certi che sant’Antonio di Padova continuerà a illuminare il nostro cammino e a vegliare sulle nostre vite e quelle dei nostri cari.