Anno 137 - Febbraio 2025Scopri di più
Tante parole fanno un discorso
Don Livio Tonello, direttore
Passando per le vie delle nostre città non stupisce più sentire lingue diverse associate a volti di altre nazionalità. Turisti, studenti, operatori commerciali colorano di suoni nuovi le piazze e gli ambienti comunitari. La sensazione potrebbe essere quella di una nuova Babele, una confusione di idiomi che ci fa sentire estranei, se non addirittura diffidenti. Le parole esprimono un pensiero e i pensieri elaborano idee. Immaginare un linguaggio unico che esprima il medesimo pensiero è certamente povero e limitante.
L’idea che una moderna società democratica possa reggersi attorno a un’etica basata su una giustificazione singola, per quanto profonda, rappresenta una notevole illusione. In altre parole, un discorso articolato è dato dall’apporto di più parole, di più pensieri. Anche la religione consente di dare una profonda base valoriale e quando filosofi e politici laici vorrebbero marginalizzarla non si accorgono dell’errore; ugualmente quando si cerca di rendere marginali le filosofie atee o diversamente credenti.
Le nostre società, nella loro enorme complessità, sono pervase da spinte diverse, ma tese alla comune convivenza: non possiamo permetterci di metterle sotto silenzio. Ogni pensiero, che sia religioso o laico, è ciò che può rendere le nostre società vivibili, democratiche e solidali. Un pensiero unico non produce un discorso generativo. Gli atei hanno bisogno di dialogare con i credenti e i credenti hanno bisogno di confrontarsi con gli atei. Staremo insieme solo se ci parleremo con franchezza e con un certo senso di solidarietà.
La sfida che si impone è sedare le paure culturali temendo che le nostre tradizioni vengano minate; riconoscere e sentire vicine le persone che stanno arrivando; ricreare la nostra etica politica intorno a un nucleo di princípi che includa i diritti umani, l’uguaglianza, la non discriminazione e la democrazia. Di fronte all’individualismo dilagante il senso di solidarietà può essere mantenuto solo se le diverse famiglie spirituali di una società lo ritrovano al loro interno. Ovvero se i cristiani lo vedono centrale nel loro cristianesimo, se le altre religioni lo scoprono fondamentale nel loro credo, se le diverse filosofie laiche lo ritengono cruciale per il proprio pensiero.