Anno 131 - Gennaio 2019Scopri di più
Un cuore senza volto
Don Livio Tonello, direttore
È un classico soffermarsi sui personaggi importanti dell’anno appena trascorso, sui volti di chi ha avuto le luci della ribalta ed è diventato famoso, a volte nel bene a volte nel male. Ma quanti altri hanno fatto cose eccelse senza pubblicità? Quanto bene è stato realizzato senza che si siano accesi i riflettori? Il mese di gennaio annovera molte ricorrenze e giornate dedicate a temi significativi. C’è la giornata della pace a inizio del nuovo anno; c’è la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio); c’è il giorno della memoria (27 gennaio).
Per ognuna ci sono uomini e donne che hanno investito energie, risorse, sogni e fatiche. Non è importante solo chi riceve il Nobel o chi è annoverato tra i giusti dell’umanità. C’è chi costruisce la pace ogni giorno con tenacia nella semplicità della propria famiglia, nell’anonimato della città in cui abita, nella quotidianità dell’ufficio in cui lavora. Ci sono coloro che cercano e favoriscono il dialogo riavvicinando le parti in contesa. C’è chi salva vite umane in una missione umanitaria o in un ospedale di fortuna. Sono eroi senza medaglia, che ci mettono mani e cuore.
Ma il loro volto non appare sui giornali. Ecco: un cuore senza volto. Il bene è fatto da cuori che per la maggior parte non hanno volto. È fatto da persone che vogliono restare anonime, perché quando ti metti in mostra la gratuità del gesto perde lucidità. Si può sempre ingenerare il dubbio che dietro tanta bontà ci siano orgoglio, interesse, un pizzico di vanagloria. Molto più genuino è il lavoro dietro le quinte! Anche in Associazione arrivano offerte senza nome. Non sai chi ringraziare. Forse qualcuno che ha vinto alla lotteria o che vuole riparare un torto.
La maggior parte di coloro che sostengono periodicamente le opere di carità non hanno un volto, al massimo un nome. Hanno, però, sicuramente un cuore. Un cuore che batte di compassione, di solidarietà, di altruismo. A tutti costoro siamo grati perché credono al bene senza ricercare l’applauso. Seguono Gesù in quella esortazione oramai fuori moda: «Quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Mt 6,3-4). Se c’è un applauso da attendersi, lo riserviamo a Colui che solo può giudicare. Ne siamo certi, perché Dio vede nel profondo del nostro animo.
Ricordate l’episodio dell’avaro il cui cuore sant’Antonio fa ritrovare nello scrigno? Quel cuore attaccato al denaro ha fatto “perdere la faccia” al ricco, ha smascherato il suo egoismo di fronte a tutti. Il cuore non mente, recita un proverbio popolare, perché dice ciò che ha valore per noi, cosa ci interessa. Il cuore, cioè la passione che mettiamo nell’agire rivela il nostro vero volto. Un volto che non troveremo mai stampato carta patinata dei rotocalchi, ma che ci rende ugualmente fieri di noi stessi. Possiamo camminare a testa alta perché il nostro cuore non ci rimprovera nulla.
L’anno che si apre chiede a tutti di cooperare per il bene, nella solidarietà, senza paura di rimetterci la faccia se andiamo controcorrente, purché questo nostro mondo possa fare un passo in avanti sulla via della giustizia, dell’amore e della pace.