Anno 136 - Giugno 2024Scopri di più

S.Antonio rivista GIUGNO 2024
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Vale più il dono o chi l’ha regalato?

suor Anna Maria Borghi

Sant’Antonio sempre mi ascolta: a volte non mi risponde nella forma che mi attendo, ma le cose si sistemano anche in modo migliore rispetto a come avevo pensato io e così sento che lui mi ascolta, che mi viene incontro e mi aiuta!»: con parole semplici, ma molto lucide una signora ha espresso una volta la sua confidenza nella persona di sant’Antonio.

Siamo forse più abituati ad avvicinarci al Santo per chiedere qualcosa: una guarigione, il sostegno per un esame, un aiuto per una relazione difficile… mettendo in primo piano il dono desiderato rispetto a Colui che ce lo può elargire e che, nel dono, svela la possibilità di entrare in relazione con la sua stessa persona! Eppure comprendiamo bene quanto sia molto più prezioso, sia molto meglio avere accanto un amico piuttosto che un suo regalo, poter godere della sua presenza, del suo affetto, del suo supporto… anche diverso da come ce lo immaginiamo, perché porta con sé tutta la sua singolarità! E a un tempo quando abbiamo tra le mani un oggetto che una persona cara ci ha regalato e che magari è ora lontana, esso ha per noi un valore insostituibile proprio perché ce la ricorda: nessun altro oggetto - magari di valore o fattura anche più costosa - potrebbe mai sostituire quello dell’amico, perché solo il “suo” ci parla così intimamente di lui! Dono e Donatore sono e restano nel cuore inscindibili!

Analogamente, in termini di dono personale, sant’Antonio ci parla nei suoi Sermoni di Gesù: «Il Padre ha mandato a noi il Figlio, regalo ottimo e dono perfetto; lo confermano le parole dell’epistola: “Ogni regalo ottimo e ogni dono perfetto discende dall’alto, viene dal Padre della luce” (Lettera di Giacomo 1,17). Ottimo, cioè sommo; perfetto è ciò a cui nulla si può aggiungere. Cristo è il regalo ottimo, perché ci è stato dato dal Padre, del quale egli è il sommo e coeterno Figlio».

Gesù, la sua persona, la sua presenza è il dono del Padre! Certamente anche a lui possiamo chiedere dei doni, non dimenticando mai però che, innanzitutto e soprattutto, Lui è il dono per eccellenza, il dono “ottimo”! È alla relazione con Lui che possiamo attingere, alla ricchezza della sua persona unica che entra in rapporto con la nostra persona, altrettanto unica.

E Antonio aggiunge: «Giustamente quindi è detto: “Ogni ottimo regalo”. Il Padre della luce, come un munifico e misericordioso elemosiniere, non ha dato a noi poveri soltanto del vino buono o migliore, ma quello ottimo». Se Gesù è il Dono per eccellenza, il Padre è il Donatore eminente che Antonio chiama “munifico elemosiniere”. Forse ha imparato questo “nome” dal Padre san Francesco. Di lui infatti racconta Bonaventura: «Una volta, mentre ritornava da Siena, incontrò un povero. Si dava il caso che Francesco, a causa della malattia, avesse indosso sopra l’abito un mantello. Mirando con occhi misericordiosi la miseria di quell’uomo, disse al compagno: “Bisogna che restituiamo il mantello a questo povero: perché è suo. Difatti noi lo abbiamo ricevuto in prestito, fino a quando ci sarebbe capitato di trovare qualcuno più povero di noi”. Il compagno, però, considerando lo stato in cui il padre pietoso si trovava, oppose un netto rifiuto. Ma il Santo: “Ritengo che il Grande elemosiniere mi accuserà di furto, se non darò quel che porto indosso a chi è più bisognoso”» (FF 1143).

Il Padre elargisce ogni cosa ai figli suoi poveri, provvede loro – dice Antonio - «il vino ottimo»: Egli non si fa carico solo di dissetare con acqua, ma si occupa anche della gioia della vita dei suoi figli, che il segno del vino rappresenta. Nulla dobbiamo temere, quindi, perché davvero Lui ci ha a cuore! A noi la possibilità di restituire nella gratitudine, condividendo il dono con i fratelli che il Padre stesso ci dona!