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Vitamina E. Dove trovarla?

Rosabianca Guglielmi

Vitamina E

La vitamina E è stata scoperta nel 1922, isolata nel 1935 e sintetizzata per la prima volta nel 1938. Poiché l’attività vitaminica è stata definita essenziale per la vitalità degli ovuli fecondati nei ratti, le è stato dato il nome “tocoferolo”, dalle due parole greche “nascita” e “portare” o “trasportare”. La vitamina E, o tocoferolo, è una vitamina liposolubile, che viene accumulata nel fegato per cui non è necessario assumerla con regolarità con i cibi. Il corpo la rilascia a piccole dosi quando è necessaria.

È sensibile al calore e alla luce, quindi si degrada in presenza di alte temperature e ha proprietà antiossidanti, combattendo i radicali liberi e favorendo il rinnovo cellulare. È diffusa negli alimenti, soprattutto nei frutti oleosi (olive, arachidi, mais, noci), nei semi di grano, nei cereali e nelle verdure a foglia verde. Il fabbisogno giornaliero è circa di 8-10 mg. La sua carenza è in genere dovuta a problemi digestivi piuttosto che a una dieta sbilanciata e in generale può essere alla base dell’insorgenza di disturbi al sistema nervoso e al metabolismo generale.

L’eccesso di vitamina E è raro, ma può causare il rialzo della pressione sanguigna (critico per chi già soffre di ipertensione), può creare problemi a chi soffre di tiroide (riduce gli ormoni tiroidei), porta stanchezza diffusa, disturbi della digestione, nausea e vomito. Le sue caratteristiche antiossidanti la rendono uno strumento importante di prevenzione del cancro (protegge l’organismo anche dai danni del fumo di sigaretta e dell’inquinamento) oltre che di assorbimento delle proteine e di prevenzione delle patologie cardiovascolari (riduce i processi di aggregazione delle piastrine, con conseguente riduzione di emboli, placche e trombi nelle arterie).

È inoltre un anticoagulante prezioso perché previene la coagulazione superflua del sangue senza impedire quella normale in caso di ferite.