Anno 137 - Marzo 2025Scopri di più

MARZO 2025_sant antonio
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Volar senz’ali

Don Livio Tonello, direttore

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La fase di arretramento del cristianesimo occidentale preoccupa e porta inevitabilmente allo scoraggiamento e all’incertezza sul futuro della fede. Ci sono persone che si definiscono atee, altre non credenti, alcune lontane dalla Chiesa ma religiose, altre ancora credenti anche se non praticanti. Spesso si tratta di una lontananza dall’istituzione e di un rifiuto delle sue regole. Non significa automaticamente negazione della dimensione religiosa per abbracciare solo il “qui e ora” della vita terrena.

A ben vedere ci sono indicatori che segnalano la non riduzione della vita alla sola dimensione storica. L’essere umano da sempre cerca di trascendere se stesso e di superare i propri limiti. Lo fa nello sport con l’obiettivo di nuovi record, avviene nella ricerca medica per trovare la cura alle malattie, accade nello sforzo di acquisire nuove conoscenze scientifiche... fino a voler superare l’ostacolo della morte. Sono tutte tensioni che esprimono il desiderio di andare oltre, di superare il limite della condizione umana, di valicare le restrizioni imposte dalla natura, di non accettare una fine ineluttabile che porta al nulla. Le ritroviamo già negli antichi miti: Prometeo che ruba il fuoco agli dei, Teseo che vola verso il sole, Orfeo che sfida gli inferi per riportare in vita l’amata... Sono gli sforzi per superare la finitudine umana presenti anche oggi nel cuore degli uomini. Ma è possibile volare senz’ali? Cioè è possibile andare oltre negando o ignorando Dio?

Quella attuale è una religiosità che vive l’assenza di Dio come un problema esistenziale anche senza esplicitarlo. La domanda sul “perché si esiste” rivela una “ascesi non credente”, svela una ricerca di senso, manifesta una sporgenza sul mistero che affascina e interpella. È una “religiosità della terra”, ancorata al presente dalla forza di gravità, ma con lo sguardo che anela all’oltre.

La quaresima rinnova l’anelito al cielo frenato dalle passioni, dai vizi, dalla presunzione individualistica, dall’imporsi sugli altri: è via di liberazione. Non è costruendo una torre o salendo l’uno sull’altro che possiamo raggiungere il cielo, ma acquisendo le ali dell’interiorità e della fede. In una parola: conversione a Dio!