«Proviamo a riassumere brevemente». Usa proprio questa scarna espressione lo speaker alla radio mentre cerca di fotografare l’attuale andamento del conflitto tra Russia e Ucraina elencando velocemente le località occupate, quelle che resistono all’attacco e il numero ipotetico di morti di ambo gli eserciti. Mentre lo ascolto penso tra me e me che la cronaca così raccontata appare indolore: un lungo anno di sofferenza riassunto in due minuti. Quanto diversa invece da quella raccontata da chi la guerra la vive direttamente ogni giorno, minuto dopo minuto, tra l’angoscia che scatta al suono delle sirene o delle esplosioni, l’interminabile attesa del cessato pericolo e la speranza di giungere a sera sani e salvi.
E non posso che pensare a don Moreno, sacerdote padovano da anni a Kiev, che tramite il canale facebook ha voluto trasmettere una cronaca del tutto originale, non solo raccontando il dolore e la sofferenza che il conflitto ha provocato nella vita della sua comunità, ma anche individuando ogni giorno un seme di bene fiorito sotto tanto marciume e tante macerie, fino a titolare il suo racconto: “Diario di Pace”. Con lo stesso sguardo proviamo anche noi a rileggere le recenti vicende e il contributo che l’Associazione Universale di Sant’Antonio ha attivato per far sorgere un piccolo seme di pace.
Mi riferisco all’appello “Emergenza Orfani Ucraina” rivolto lo scorso aprile tramite le pagine di questo mensile per l’accoglienza e l’assistenza di 59 persone provenienti da Leopoli (bambini, adolescenti e alcuni adulti accompagnatori) ospiti della Diocesi di Padova negli ambienti del Seminario Minore (a Rubano). L’accoglienza è avvenuta dall’1 marzo all’11 agosto: all’arrivo i ragazzi ucraini sono scesi dal pullman con gli occhi smarriti a causa della paura e della nostalgia; alla partenza invece apparivano sereni, commossi e colmi di gratitudine per quanto ricevuto. Tutto si è svolto in maniera molto ordinata, rispettosa, calorosa e attenta grazie alla stretta collaborazione tra Diocesi di Padova, Comune di Rubano, Caritas e associazioni (cooperativa La Vigna e associazione L’Isola che non c’è).
Durante i cinque mesi di ospitalità nei locali del Seminario Minore sono state messe a disposizione le camere del secondo piano, alcune stanze al piano terra e le aule della scuola. Per le attività ludiche i ragazzi avevano a disposizione, oltre che i cortili, anche la palestra. Sono stati forniti anche gli automezzi per facilitare il trasporto dei ragazzi per le pratiche burocratiche, per i controlli medici e per le varie attività organizzate extra seminario. Fin da subito non è mancata la generosità di tanti nel sostenere questa iniziativa. «Un’ondata di bene che si è scatenata in pochissimo tempo»: è stato il commento unanime del rettore del Seminario e del sindaco di Rubano. «È stato un gesto di fraternità molto concreto accogliere bambini e adolescenti da un paese martoriato. Abbiamo detto “Certamente sì” prim’ancora di ragionarci sopra e poi questo percorso di accoglienza è stato il frutto di una sinergia tra la Chiesa e la realtà bella viva del volontariato.
È stato meraviglioso ed emozionante essere travolti dalla gente, con le numerose richieste di solidarietà... Mi verrebbe da dire “troppa grazia” per usare un’espressione mia da cristiano e da credente!» ha esclamato don Raffaele Gobbi, rettore del Seminario Minore. In questo flusso di generosità si è inserita pienamente anche l’Associazione Universale di Sant’Antonio che ha prontamente consegnato al Seminario Minore il contributo che tanti aderenti, da aprile fino al termine della scorsa estate, hanno voluto donare. Adesso che da mesi i ragazzi sono tornati nelle loro comunità per minori a Leopoli, occorre mantenere vivo questo legame di solidarietà nonostante la distanza (sono ben 1.390 i chilometri da Padova), serve tenere alta la nostra sensibilità di esseri umani e soprattutto continuare a informarsi su quello che succede in Ucraina, senza stancarsi di invocare la pace. La partenza dei ragazzi ucraini ha lasciato silenziosi i locali del Seminario Minore di Padova: a settembre infatti non si sono riaperte le porte dell’edificio per dare inizio - com’era tradizione - a un nuovo anno scolastico.
Le motivazioni sono evidenti: a Padova come in tante altre diocesi d’Italia e d’Europa si è fatto più esiguo il numero dei ragazzi e giovani che aderiscono a un percorso di discernimento vocazionale, a fronte di una diffusa e crescente secolarizzazione. In questo mese di aprile si celebra la quarta domenica di Pasqua (30 aprile), liturgicamente denominata del Buon Pastore e tradizionalmente dedicata alla preghiera per le Vocazioni. Fu Paolo VI il 23 gennaio 1964 a istituire ufficialmente la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. La ricorrenza diventa così occasione per aumentare la nostra invocazione affinché il Signore, buon Pastore, continui a chiamare tanti giovani a seguirlo in una scelta di vita consacrata.
È un invito che sentiamo di rivolgere particolarmente a tutti gli aderenti all’Associazione Universale di Sant’Antonio, al pari del sostegno economico: da sempre infatti l’Associazione, oltre ad aiutare il Seminario locale (all’interno del quale maturò la propria vocazione anche don Antonio Locatelli) sostiene l’evangelizzazione e il clero in alcune diocesi più povere dell’India (diocesi di Tamil Nadu) e dell’Africa (Uganda).
La Redazione