Poco prima di Natale padre Damiano Guzzetti, missionario comboniano, vescovo della diocesi di Moroto situata a Karamoja in Uganda, ci ha scritto per raccontarci come sta la sua missione e per ringraziare tutta l’Associazione Universale di Sant’Antonio per la preziosa opera di carità, sostegno e vicinanza rivolta al clero locale. «Nella nostra diocesi di Moroto – racconta – abbiamo vissuto un anno tra alti e bassi con momenti di insicurezza e razzie di bestiame che hanno provocato non pochi problemi. Le scarse piogge di quest’anno hanno ulteriormente contribuito all’instabilità perché si è avuto un magro raccolto e la fame è il problema di molte famiglie». Anche in questo paese africano, come già in altre zone del continente, gli effetti del cambiamento climatico sono devastanti e questo ha un impatto diretto e significativo sull’insicurezza alimentare.
La situazione è poi aggravata anche dalla presenza di guerriglie e gruppi armati: «Il governo ugandese – continua il Vescovo – da anni ha ormai smilitarizzato il Karamoja. Il vicino Kenya ha più volte promesso di fare lo stesso, ma invano e così è facilissimo ritrovarsi guerrieri armati nel nostro territorio. L’esteso confine della savana disabitata e l’assenza di strade percorribili rendono impossibile controllare ogni azione criminale. Nessuno sa quanti hanno perso la vita per le razzie e quanto bestiame sia andato perso e trafugato in Kenya. Ciò che può cambiare la situazione a lungo termine è il potenziamento dell’educazione.
Per questo come diocesi ci siamo impegnati quest’anno a iniziare la costruzione di una scuola secondaria. Il Karamoja rimane ancora la regione con il più alto indice di analfabetismo dell’intera nazione». L’educazione scolastica dà i suoi frutti anche con il progetto di arginare il fenomeno dei bambini portati a Kampala, capitale dell’Uganda, per l’accattonaggio ai semafori. Una vera e propria organizzazione criminale che con vane promesse riesce a strappare i piccoli dalle loro famiglie e a portarli a Kampala. Ora alcuni di questi bambini hanno iniziato ad andare a scuola. Il Vescovo aggiunge poi anche alcune note riguardo l’aspetto spirituale, la vita cristiana della popolazione locale e la formazione: nel luglio scorso per la prima volta nella storia della diocesi quattro giovani sono diventati diaconi e due sacerdoti.
Uno di loro è già partito per la missione in Mauritania. «Il sogno di san Daniele Comboni si sta attuando – conclude padre Damiano – La nuova cattedrale ancora in costruzione preparata a puntino e addobbata per l’evento era colma all’inverosimile. Inoltre nel settembre scorso abbiamo aperto una nuova parrocchia: Apeitolim, la dodicesima realtà parrocchiale che può ora prendersi cura dell’enorme fetta di fedeli alla periferia della diocesi. Nella celebrazione di inaugurazione tutti hanno contribuito alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale da farsi, ma un bambino ha commosso i presenti perché ostinatamente si è fatto spazio tra i fedeli verso i cestini di fronte all’altare per portare il suo piccolo contributo frutto delle sue rinunce personali».
Se da un lato la situazione dell’Uganda desta preoccupazione e sgomento, dall’altra questa fede così viva e sentita, questa chiesa gremita e questo bambino che si va avanti non possono che darci speranza e rassicurarci che quanto stiamo facendo, da qui, per la missione di padre Damiano, è un piccolo seme che fa però germogliare delle floride pianticelle.
Lodovica Vendemiati